“Nella notte purtroppo ci ha lasciato Walter De Benedetto. Con il suo coraggio è riuscito a portare il tema della cannabis terapeutica, e di tutte le difficoltà in cui incorrono i pazienti che ne fanno uso, all’attenzione dell'opinione pubblica. È stato costretto a fare una cosa che nessun paziente dovrebbe fare: rendere pubblico il suo dolore. Da vero leader gentile ha fatto della sua sofferenza una battaglia di e per molti. Noi continueremo la sua e la nostra lotta con maggiore forza e determinazione, come lui ci ha insegnato.” ha detto Antonella Sodo - coordinatrice della campagna Meglio Legale che lo scorso anno ha seguito il processo di De Benedetto, imputato per aver coltivato la sua terapia.
Affetto da artrite reumatoide da oltre 35 anni, il paziente aveva deciso di coltivare cannabis per supplire alle mancanze del Sistema Sanitario che non gli garantiva la terapia, nonostante la regolare prescrizione. Costretto ad affrontare un processo, con la sentenza dello scorso aprile 2021, si è sancita la sua non colpevolezza: l’utilizzo della cannabis è stato dichiarato strettamente legato ai fini terapeutici. E nelle motivazioni della sentenza, arrivate tempo dopo, è stato scritto nero su bianco che: “La coltivazione e consumo di sostanze stupefacenti per finalità esclusivamente curative, in assenza di terapie altrettanto efficaci, rende il fatto del tutto inoffensivo ed in un’ottica di solidarietà umana non può pretendere il rispetto del precetto e sanzionare penalmente”.
Supportato dalla campagna Meglio Legale e dall’Associazione Luca Coscioni, Walter De Benedetto si era più volte appellato alla politica: in vista del suo processo si era rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’ultima lettera, lo scorso 17 marzo 2022, era rivolta al Presidente della Camera Roberto Fico, alla Ministra Fabiana Dadone e al Presidente della Commissione Giustizia Mario Perantoni per sollecitare la risposta del Parlamento davanti alla proposta del D.D.L. sulla coltivazione domestica, ancora oggi in discussione in Commissione Giustizia.
In questo suo ultimo appello al Parlamento, Walter scriveva: “Ci sentiamo scoraggiati perché sembra che il nostro Stato preferisca lasciare 6 milioni di consumatori nelle mani della criminalità organizzata anziché permettergli di coltivarsi in casa le proprie piantine” e concludeva, come sempre, ricordando a tutti che “Il dolore non aspetta”.
Redazione di Cannabisterapeutica.info