"Il sistema degli endocannabinoidi è presente praticamente in tutti gli organi, i tessuti e in quasi tutte le cellule dei mammiferi e viene alterato in quasi tutte le patologie che sono state studiate finora, almeno in modelli sperimentali".
Sono le parole del dottor Vincenzo Di Marzo, italiano e tra i più influenti ricercatori al mondo, raccolte in un nostro video di qualche tempo fa. Una domanda che deriva da un'intervista che avevamo fatto al professor Raphael Mechoulam, considerato il padre sulla ricerca della cannabis (il nonno, ha scherzato lui nell'intervista), di cui Di Marzo è stato allievo. Proprio il professor Mechoulam aveva affermato per primo questa possibilità, ribadita oggi da Di Marzo.
"Si tratta di un sistema di segnali chimici di natura lipidica, derivati dagli acidi grassi, che è stato scoperto in seguito a studi sul THC". Secondo Di Marzo, per quello che riguarda gli studi effettuati a livello pre-clinico, "su molecole naturali o sintetiche che attivano questo sistema degli endocannabinoidi, sono stati effettuati studi che hanno dato risultati positivi nel dolore, nel cancro, in malattie neurodegenerative o infiammatorie, ma anche nelle patologie legate allo stress come il PTSD o anche ansia e depressione, quindi anche malattie psichiatriche".
Secondo Di Marzo, "un sistema si segnali chimici endogeni, che partecipa a tutti gli aspetti della fisiologia e che viene alterato durante quasi tutte le patologie che sono state studiate finora, è presumibilmente un target per lo sviluppo di nuovi farmaci, in teoria, per quai tutti i tipi di patologie".
"Ovviamente", conclude Di Marzo, "questo va dimostrato utilizzando sia studi pre-clinici adatti, che studi clinici".
Vincenzo Di Marzo è direttore di ricerca presso l'Istituto di Chimica Biomolecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ICB-CNR) di Pozzuoli, Italia, e Canada Excellence Research Chair on the Microbiome-Endocannabinoidome Axis in Metabolic Health (MEND) dell’Università Laval, Quebec, Canada. È anche direttore della Joint International Research Unit tra il Consiglio Nazionale Italiano delle Ricerche e l'Université Laval, per la ricerca chimica e biomolecolare sul microbioma e il suo impatto sulla salute metabolica e la nutrizione (MicroMeNu, www.umilaval.cnr.it). E' co-autore di circa 700 articoli pubblicati su riviste peer-reviewed (indice H 121 secondo Scopus). Nel 2014-2018 è stato inserito per 5 anni consecutivi tra i Highly Cited Researchers.