Negli stati dove la cannabis per uso ricreativo o medico è legalizzata le morti per overdose causati dagli oppiacei diminuiscono fino al 35%. Questa la scoperta della rivista Economic Inquiry che in un recente studio, “The Effects of recreational marijuana legalization and dispensing on opioid mortality”, ha fatto il punto sull’accesso alla cannabis legale negli Stati Uniti, evidenziando appunto un calo fino al 35% dei morti fra i consumatori abituali di medicinali a base di oppio. Per gli autori il motivo è da ricercare nell’auto-trattamento, cioè nell’uso totalmente autonomo di cannabis per alleviare il dolore al posto dei derivati dall'oppio e il nesso causale tra la cannabis legale e la riduzione delle morti è risultato essere "molto forte".
Il consumo di oppiacei rappresenta una vera e propria piaga sociale negli Stati Uniti, iniziata negli anni Novanta con l’aumento di medicinali sul mercato da parte di diverse multinazionali. Negli anni l’andamento è aumentato in maniere esponenziale, tanto che secondo i dati dei Center for Disease Control (Cdc) circa 2,35 milioni di persone ne soffrono di dipendenza cronica e nel 2017 le vittime sono arrivate a 47mila. Numeri da emergenza sanitaria. Ad oggi Oltreoceano si contano 255 milioni di prescrizioni ogni anno e i più venduti sono il Fentanyl e l'Oxicodone, medicinali che stanno arrivando anche in Europa e in Italia, che, dopo essere prescritti, vengono poi acquistati anche sul mercato nero dopo che i pazienti ne diventano dipendenti.
Nel frattempo però molti stati a stelle e strisce hanno compreso il valore curativo della marijuana, legalizzandola per il solo uso medico o anche per uso ricreativo. Ebbene negli stati dove è legale l’accesso alla cannabis le mortalità per intossicazione da oppiacei diminuiscono rispetto a dove è illegale, con contrazioni dal 20% fino al 35%. Nathan W. Chan dell'Università del Massachusetts e coautore dell’inchiesta ha spiegato che gli effetti della legalizzazione hanno interessato tutta la popolazione americana senza distinzione di età, di etnia e di reddito. Non è il primo studio scientifico a dire che con la legalizzazione della cannabis calano i morti da oppiacei. Già nel 2014 l’Università della Pennsylvania aveva pubblicato una ricerca secondo cui nei paesi che hanno approvato la cannabis terapeutica sono calati del 25% i morti per overdose da analgesici oppiacei. Molti pazienti affetti da malattie croniche infatti li sostituiscono con la cannabis, azzerando il rischio di possibili overdose.
Intanto il tribunale dell’Oklahoma ha riconosciuto Johnson e Johnson responsabile di aver alimentato la crisi degli oppioidi nello stato tramite campagne pubblicitarie aggressive e ha multato la multinazionale a pagare 572 milioni di dollari, mentre la cannabis apre una nuova strada per il trattamento del dolore.
Matteo Melani