Il problema primario per i pazienti ad oggi continua ad essere l'approvvigionamento di cannabis, estera o italiana che sia. E così il Movimento 5 Stelle prova a risolvere la situazione proponendo una legge in Senato che permetta ai pazienti in possesso di regolare certificazione medica di coltivare e detenere cannabis.
"La coltivazione individuale domestica di cannabis a scopo terapeutico, in seguito a regolare certificazione medica, deve diventare legale", ha spiegato a La Stampa Lello Ciampolillo, senatore pugliese che firma la legge assieme al dottor Felice Spaccavento, medico prescrittore di cannabis della Asl Puglia, il farmacista dottor Alfredo Tundo e Carlo Monaco, presidente dell’Associazione Canapa Caffè.
Si tratta di una modifica al testo unico degli stupefacenti (la legge 309 del 1990) ed è composta da un solo articolo che prevede che: "Non è punibile chiunque coltivi cannabis per uso terapeutico, in relazione alle patologie previste dal decreto del ministro della Salute 9 novembre 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30 novembre 2015, da cui sia affetto personalmente ovvero da cui sia affetto il coniuge, ovvero figli o persone conviventi, accertate con documentazione medica specialistica, nei limiti di quattro piante femmine, nonché, ai medesimi fini, detenga i prodotti ottenuti dalla citata sostanza".
Intanto diverse Regioni con in testa proprio la Puglia, alla quale hanno fatto seguito Toscana, Emilia Romagna e Liguria, hanno chiesto il governo risposte certe in tempi brevi. Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia, si è spinto a dire che: "“Se il governo non darà le necessarie certezze siamo pronti a partire autonomamente e produrci il farmaco sul territorio pugliese. È una battaglia che decido di portare avanti personalmente”.
In Liguria invece è stata approvata una mozione di Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria che impegna la giunta regionale ad intervenire sul governo per garantire l’accesso al farmaco ed incrementare la produzione. “Altro nodo da sciogliere”, ha spiegato Pastorino, “è la commercializzazione nelle farmacie. Il governo ha imposto un prezzo minimo cha da un lato è positivo per il paziente ma dall’altro penalizza le farmacie tanto da indurle a non produrre più i derivati come l’olio di cannabis. Temiamo che dietro tutti questi ostacoli non ci sia solo la burocrazia, ma anche l’ostinato pregiudizio nei confronti di una sostanza dai benefici terapeutici ormai accertati”.
Intanto alla Camera è in discussione un'altra legge, quella che doveva portare alla legalizzazione della cannabis e di cui è rimasto solo un testo del PD per dare nuove norme al sistema della cannabis medica.
Redazione cannabisterapeutica.info