Mentre in tutto il mondo, nonostante le centinaia di studi scientifici in vitro e su animali che testimoniano le potenzialità antitumorali della cannabis, non è ancora stato avviato uno studio clinico che indaghi a fondo questi risultati, aumentano i case report di singoli pazienti che ne testimoniano le potenzialità.
L'ultimo in ordine di tempo è quello di un paziente inglese 81enne, che, dopo aver rifiutato di seguire i trattamenti tradizionali, ha deciso di assumere olio di cannabis ad alto valore di CBD per trattare il proprio cancro al polmone.
“Con una mole di lavori preclinici così ampia”, continua Nabissi, “non si capisce perché non vengano autorizzati i primi studi clinici. Bisognerebbe prendere le evidenze interessanti, fare un ultimo lavoro preclinico con dei parametri, in modo che, se i risultati sono buoni, si possa passare alla ricerca clinica con delle linee guida decise a priori”.
Intanto la ricerca scientifica, per lo meno quella su cellule e cavie animali progredisce. Oltre all’apoptosi, e cioè una forma di morte cellulare programmata delle cellule del cancro, di recente è stato dimostrato che il CBD inibisce il rilascio di certe strutture delle cellule tumorali, resistenti agli agenti chemioterapici e che favoriscono il cancro.
Redazione di cannabisterapeutica.info