Trattare l'epilessia con la cannabis

La dottoressa Elisabetta Camporese e la sua esperienza con cannabis ed epilessia

"L'epilessia è una patologia che riguarda la corteccia motoria che corrisponde a livello sintomatologico a delle forti contrazioni che possono essere tonico-cloniche (irrigidimento e poi decontrazione) o parziali (che riguardano solo un gruppo di muscoli). Queste scosse molto forti possono essere accompagnate da perdita di conoscenza oppure, se parziali, coinvolgono solo una parte del corpo, con un distaccamento dalla realtà, senza perdere conoscenza", sottolinea nel video la dottoressa Elisabbetta Camporese di Clinn nel fare il punto su questa complessa patologia. 

Cannabis (THC e CBD) per trattare l'epilessia 

"La cannabis terapeutica ha un'azione importante in questo campo perché, soprattutto con il CBD, riusciamo a stabilizzare l'eccitabilità nervosa", puntualizza. 

"La stabilizzazione attraverso il CBD che agisce sulle varie vie - eccitatoria e inibitoria - a livello cerebrale riesce a ridurre l'intensità della crisi, ma soprattutto la frequenza".

"In prima battuta si utilizza il CBD ma non è escluso l'uso combinato con il THC, che, soprattutto durante la crisi, o per diminuire il tono simpatico del paziente, essendo un forte vagotonico può migliorare l'equilibrio del sistema neurovegetativo".

L'uso della cannabidivarina

"L'esperienza fatta finora", conclude la dottoressa, "ha dimostrato dei buoni effetti sull'epilessia farmaco-resistente, ma, nei casi di resistenza parziale al CBD, stiamo esplorando l'uso del CBDV (cannabidivarina), che agisce su recettori diversi e permette di avere un effetto maggiorato sull'eccitabilità nervosa. Di conseguenza su certe epilessie che - diciamo così - non rispondono nemmeno al CBD, si può avere una chanche con la cannabidivarina". 

 

4 giugno 2024
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