I cannabinoidi, che si legano ai recettori CB1 e CB2, hanno compromesso la produzione di energia delle cellule tumorali del pancreas grazie "ad una forte induzione di autofagia e all’inibizione della crescita cellulare" (come mostra lo schema nella foto). Il punto di partenza della ricerca era il fatto che "gli effetti anti-tumorali dei cannabinoidi sono stati provati in molti studi, anche se il loro meccanismo di azione non fosse del tutto chiaro".
La scoperta, tutta italiana, è stata fatta dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Vita e della Riproduzione dell'Università degli Studi di Verona. "I cannabinoidi - si legge nello studio - sono una classe di lipidi bioattivi con un range di attività molto interessanti, tra le quali la capacità di ridurre la crescita dei tumori come il glioma, il cancro al seno, alla prostata e al colon, in diversi modelli animali. Agiscono inibendo la progressione tumorale a vari livelli: per apoptosi (forma di morte cellulare programmata), arresto del ciclo cellulare o autofagia, processo che ha il ruolo di liberare la cellula dalle proteine intracellulari mal impiegate o troppo vecchie, superflue o danneggiate, e dai microrganismi invasori, dando risposta per fornire nutrienti ed energia dopo l'esposizione a stress e sollecitazioni".
Fonte: International Association for Cannabinoid Medicines (IACM)