La carenza di cannabis e quindi la continuità nelle cure per i pazienti in Italia è sempre stata la prima problematica per i pazienti, unita al fatto che ancora oggi siano pochi i medici che la prescrivono. Eppure, in un momento in cui per diverse ragioni la cannabis oggi in farmacia si trova e in diverse forme farmaceutiche, a spaventare i pazienti è arrivata la notizia della chiusura temporanea della produzione di cannabis terapeutica presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, l'unico ad oggi autorizzato in Italia per questo tipo di produzione.
Carenze strutturali, si ferma la produzione di cannabis a Firenze
L'allarme arriva direttamente dai lavoratori dello stabilimento di Firenze che, tramite il portavoce delle Rsu, Umberto Fragassi, hanno riferito al Quotidiano Sanità dello "stato di degrado in cui versa buona parte delle altre strutture, della carenza cronica di personale a vari livelli ma, soprattutto, della mancanza di diverse figure chiave, come segnalato anche dall’autorità regolatoria (Aifa), necessarie per gestire un’officina farmaceutica secondo le norme di buona fabbricazione dei medicinali".
Secondo il Corriere Fiorentino il nuovo direttore, il colonnello Gabriele Picchioni, da una parte conferma le difficoltà del momento ma dall'altro si è mostrato ottimista. La testata toscana riporta poi che secondo l'Agenzia Industria e Difesa l’obiettivo per il 2023 è il nuovo record di produzione di cannabis terapeutica, 500 chilogrammi.
Dalle notizie che circolano lo stop alla produzione dovrebbe essere temporaneo e dovrebbe durare fino a giugno, ma è difficile capire come l'Agenzia iNdustria e Difesa, dalla quale dipende lo Stabilimento di Firenze, possa prevedere addirittura un aumento della produzione a 500 chili l'anno, dopo che a fine del 2022 il ministero della salute aveva preventivato una produzione di 400 kg.
Una prima reazione politica è arrivata dal consigliere regionale della Liguria di Linea Condivisa Gianni Pastorino: “Oggi la decisione di sospendere l’unico centro di produzione statale rischia di rappresentare la “mazzata” finale per questo impianto e un disagio per migliaia di pazienti che nelle varie strutture sanitarie d’Italia utilizzavano la cannabis FM2 proveniente da Firenze. Così salterà ancora una volta la continuità delle cure mettendo le persone in una situazione di disagio e difficoltà e in questo paese vincerà nuovamente un pensiero di destra oscurantista e antiscientifico che limiterà il diritto di curarsi, su prescrizione medica, con cannabis”.
La manifestazione di interesse per le aziende private
In tutto questo non bisogna dimenticare che a inizio marzo sul sito del ministero della Difesa è stato pubblicato il nuovo verbale con l’elenco delle 6 aziende, tra le quali aziende agricole alcune delle quali dedite alla produzione di cannabis light, e un’azienda farmaceutica, che sono state ammesse a passare alla seconda fase della selezione per la manifestazione di interesse per le aziende private che vorrebbero produrre cannabis medica, da conferire successivamente allo Stabilimento di Firenze.