“I nostri non sono clienti ma pazienti”
Ciò che accade nello stato del Colorado è una forte presa di coscienza da parte dei cittadini e del governo per quanto riguarda l’enorme potenziale relativo alla coltivazione e vendita della cannabis. L’“onda verde del Colorado” è iniziata nel 2000, quando i cittadini hanno votato un emendamento per legalizzare la marijuana per scopi terapeutici. Nel 2008 il numero di red card consegnate ai pazienti
che vivono negli Stati Uniti è stato di circa 2.000. Nel 2011, secondo il Colorado Medical Marijuana Register il numero è salito a più di 127.000 ed è attualmente in crescita. Colorado e Washington sono stati i primi due stati, inoltre, ad aver legalizzato la marijuana per uso ricreativo durante le elezioni dello scorso novembre.
Per capire come funziona il business della marijuana medica, abbiamo avuto un colloquio con Tony Verzura del River Rock Colorado, uno dei più grandi dispensari medici di marijuana dello Stato. L’azienda, nata nel 2009, ha due sedi: una nella zona est e una nella zona ovest della città di Denver.
Chi sono le persone che compongono lo staff e che tipo di lavoro fanno?
Abbiamo oltre 70 dipendenti che adempiono le mansioni di consulenza legale, coltivazione, rifilatura, trattamento, imballaggio, monitoraggio delle scorte, gestione dei punti vendita e della vendita al dettaglio, commercializzazione, assistenza sanitaria e sul benessere fisico, e altro ancora.
Potete stilare un profilo dei vostri clienti?
Innanzitutto noi non chiamiamo i nostri “pazienti” “clienti”. Il paziente medio è di circa 55 anni maschio o femmina, e in generale in cerca di aiuto, perché i medici tradizionali hanno abbandonato la causa. Cerchiamo di aiutare i pazienti sviluppando programmi di trattamento efficaci per far fronte a condizioni come cancro, sclerosi multipla, fibromialgia, lupus, Crohn, malattia degenerativa delle ossa, disturbi del sistema immunitario, neuropatia, lesioni del ginocchio, chirurgia spinale, artrite, gotta, nausea e condizioni di dolore cronico. Tali trattamenti sono documentati attraverso studi sui pazienti e si cerca di lavorare in rapporto con i medici dei pazienti per monitorare i progressi. Uno dei casi più recenti, riguarda una donna che non aveva mai provato la cannabis in tutta la sua vita, e che aveva subìto, senza successo, dei cicli di chemio per sconfiggere un cancro al pancreas. Quando è arrivata il suo cancro era alla fase 4 con una conta di 248 cellule cancerose. Solo 32 giorni dopo l’inizio del nostro programma, di 90 giorni in totale, i medici le hanno riferito un calo delle cellule cancerose da 248 a 138! Noi incoraggiamo i nostri pazienti a cambiare il loro stile di vita seguendo una dieta anti-infiammatoria con un livello equilibrato di PH ed alimenti sani. Questo riduce notevolmente il rischio di diffusione delle malattie nel corpo e aiuta a controllare l’infiammazione in generale in modo che i trattamenti a base di cannabis abbiano maggiore impatto.
Avete un punto informazioni dove i clienti possono conoscere i prodotti e le modalità di produzione?
Attualmente utilizziamo il nostro sito web www.riverrockcolorado.com, e nei negozi si possono trovare diverse brochure. Abbiamo una pagina Facebook, un account Twitter, e utilizziamo i link di YouTube proposti sul nostro sito web per indirizzare l’utente attraverso i diversi livelli di informazione. Inoltre quest’anno abbiamo lanciato il nostro canale di YouTube chiamato RiverRockTV, ed è in costruzione un canale informativo “Come fare per” particolarmente dedicato ai pazienti in cerca di informazioni iniziali sui trattamenti e i prodotti.
Che tipo di prodotti possiamo trovare sul menu?
Produciamo di tutto, dai semi ai diversi prodotti in vendita in modo da offrire una delle più ampie scelte al mondo. Al momento coltiviamo oltre 180 qualità e abbiamo il nostro reparto di genetica di fama mondiale gestito dal genetista Scott Reach di Rare Darkness. Nei nostri centri, al giorno d’oggi, si possono trovare circa 70 ceppi disponibili. Abbiamo attualmente oltre 10 qualità con un alto livello di CBD (Cannabidiol) che seguono un costante programma di coltivazione al fine di sviluppare qualità nelle quali il CBD sia dominante. Fabbrichiamo 20-30 prodotti commestibili, preparati a base del nostro pluripremiato olio contenente estratti di sativa, indica, ibrida, CBD, e OG, con prezzi che variano da $ 5/100mg a $10/200mg. Oltre alle piante e ai prodotti commestibili, produciamo anche una linea di estratti a base di foglie fresche/germogli delle piante. Produciamo inoltre tè agli estratti di CBD/THC, pomate e tinture all’estratto organico di CBD/THC e un bagnoschiuma a base di THC. L’hashish e i suoi derivati, invece, sono una grande risorsa per i pazienti che cercano di trattare disturbi nervosi o condizioni di dolore cronico. I pazienti spesso si rivolgono alla cannabis come ultima risorsa, e in genere pesantemente segnati dai trattamenti medici all’ossicodone, morfina, o gli altri assassini del dolore in generale. Usiamo alti livelli di THC per provare effettivamente a liberare i pazienti da quei farmaci sostituendoli con prodotti a base di cannabis. Bisogna infatti ricordare che il rapporto di sicurezza per questi farmaci è di 1/10, mentre per il THC è di 1/10,000. Offriamo ai nostri pazienti hashish pressato, hashish a fusione completa, resina, e un prodotto che chiamiamo RockBudder. RockBudder è prodotto medico ottenuto attraverso il metodo BHO (Butane Honey Oil) che si presenta come un composto cristallino con un eccipiente residuo 0,01-0,03 ppm. Un accendino, ad esempio è 5 ppm. Forniamo più di 30 qualità di hashish e concentrati e, recentemente abbiamo creato il primo concentrato estratto attraverso il metodo BHO: Priva. E’ una pillola che offre ai pazienti un metodo sicuro per il consumo di cannabinoidi attivi specifici per controllare l’infiammazione, il dolore cronico, e la condizione nervosa, sfruttando un amminoacido naturale per l’assorbimento. Alla fine dell’estate 2013 lanceremo, inoltre, il nostro primo nutraceutico.
Cosa si deve fare per poter accedere ai vostri servizi?
Innanzitutto è il medico curante a dover raccomandare l’uso di cannabis per un paziente. Affinché il paziente possa acquistare da un centro deve registrarsi secondo le regole statali e pagare una piccola tassa. Una volta che il paziente è in possesso di una red card rilasciata dallo stato del Colorado è concesso il permesso di acquistare da qualsiasi centro autorizzato. I pazienti che arrivano in uno dei nostri centri devono quindi esibire un documento e la red card. Il paziente dovrà compilare alcuni incartamenti di base prima di poter accedere alla medical zone. Se non si forniscono i documenti richiesti, invitiamo semplicemente a lasciare la struttura. L’ingresso è infatti separato in modo che il pubblico inizialmente non possa vedere la medicina o i prodotti. Questo ci permette di controllare l’accesso del paziente alla medicina senza rischiare interferenze con il pubblico. Una volta che il paziente è in grado di accedere alla zona medicinale, viene accolto da un nostro dipendente che presenta i prodotti. Se un paziente si trova in una condizione terminale richiedo un incontro faccia a faccia per analizzare la condizione in maniera approfondita. Questi pazienti li chiamiamo “pazienti sponsorizzati” e sviluppiamo con loro programmi adattati che provvedano ad un migliore stile di vita. Una volta effettuato l’acquisto si riceve una fattura, e la medicina è correttamente etichettata secondo gli standard statali.
Qual è il rapporto con la concorrenza?
Due anni fa, al momento della fioritura di questo settore si contavano oltre 1000 centri in tutto lo stato, principalmente concentrati in tre aree di cui una è quella di Denver. Oggi, si contano poco meno di 400 centri e la maggior parte si trovano a Denver: ce ne sono cinque solo nel nostro quartiere! La differenza tra la nostra filosofia e quella di altri centri è la nostra passione per la cura del paziente e la nostra capacità di fornire i mezzi di accesso sicuro ai trattamenti terapeutici. Siamo orgogliosi di aiutare i pazienti e di permettergli, attraverso i nostri trattamenti, di vivere una vita migliore. La maggior parte dei centri si sta dedicando piuttosto al lato “ricreativo”, mettendo da parte il lato terapeutico della cannabis. L’uso ricreativo e quello medico corrispondono a due target completamente diversi. Noi ci dedichiamo ai pazienti, non ai clienti.
In termini di business, cosa guadagna lo stato del Colorado e quanto ci perde il governo federale?
Quello del Colorado è un modello basato sul profitto e per questo si distingue da tutti gli altri stati. Il Colorado, attualmente, guadagna il 7,62% (sotto forma di tasse) su tutta la cannabis venduta nei centri medici. Questo settore ha fornito per oltre 10.000 posti di lavoro e continuerà a crescere. Il governo federale raccoglie le imposte sui salari, redditi e capitale, e al momento non prevede alcuna tassa aggiuntiva sulla cannabis terapeutica. Bisogna inoltre tenere a mente che è illegale tassare un farmaco per i pazienti, ma in questo settore a causa dell’attuale situazione tra stato e governo federale questo risulta essere l’unico modo per mantenere in vita il programma. Il mercato della cannabis illegale è stimato oltre 100 miliardi solo negli Stati Uniti e il governo federale potrebbe guadagnare migliaia di miliardi di dollari dalle tasse se consentisse a tutti gli stati di fornire un accesso legale alla cannabis. La quantità di posti di lavoro in tutta la nazione sarebbe enorme. Fornire posti di lavoro nel settore agricolo, in questo paese, ci permetterebbe di espanderci economicamente all’interno invece di dipendere costantemente da altri Paesi.
Autrice: Giulia Rondoni
Pubblicato su Dolce Vita n°48 - settembre/ottobre 2013