Le principali vie di somministrazione della cannabis medicale sono la via orale e la via inalatoria.
Somministrazione di cannabis medica: estratti e vaporizzazione
Gli estratti oleosi sono la forma più utilizzata per somministrare la cannabis per via orale. Sono preparati in olio di oliva FU oppure in olio MCT, trigliceridi a catena media, attraverso la metodica di estrazione indicata dal medico prescrittore nella ricetta originale (SIFAP, Calvi..).
Si può anche assumere la cannabis in forma di tè, decotti e altri commestibili, ma al fine di impostare una terapia cronica queste modalità sono molto approssimative e non consentono di conoscere con precisione il quantitativo di principio attivo assunto ad ogni somministrazione.
La forma ottimale per somministrare Cannabis Medicale per via inalatoria è rappresentata dalla vaporizzazione. Esistono dispositivi medicali certificati che consentono di assumere il farmaco senza mischiarlo al tabacco e a temperature di combustione intorno ai 200°C, di gran lunga inferiori rispetto ad una sigaretta tradizionale (tra 400°C e 900°). Questa differenza è molto importante in ambito terapeutico, perché permette di assumere il prodotto nella maniera più efficace e salutare possibile.
Le differenze tra la via orale e quella inalatoria
La via orale è indicata per situazioni di tipo cronico: dolori persistenti, insonnia, patologie di ambito neurologico… In questi casi c’è bisogno di un effetto terapeutico duraturo durante la giornata e quindi la via orale è da prediligere in quanto, anche se l’effetto inizia dopo circa 30’-60’, ha una durata di diverse ore.
La via inalatoria per contro ha una maggiore indicazione in quadri acuti o episodici: cefalea, ansia sociale, dolore acuto. L’effetto terapeutico è praticamente immediato, perché i principi attivi entrano subito in circolo senza essere metabolizzati dal fegato, ma dura poche ore e quindi non si rende adatta ad una sintomatologia persistente e continuativa.
Le due vie si possono affiancare, come si possono affiancare vari tipi di cannabis in un unico paziente, per avere diverse strategie a seconda delle diverse esigenze cliniche.