Alcune recenti ricerche scientifiche suggerivano una correlazione tra episodi ripetuti di gravi emicrania e una deficienza nel sistema endocannabinoide.
Il sistema endocannabinoide è un complesso sistema di comunicazione tra cellule presente nel nostro organismo. E' composto da recettori endocannabinoidi, i loro ligandi endogeni (gli endocannabinoidi) e le proteine coinvolte nel metabolismo e nel trasporto degli endocannabinoidi stessi. Questo sistema è di grande importanza per il normale funzionamento dell’organismo e prende il suo nome dalla pianta di cannabis poiché alcuni fitocannabinoidi in essa presenti, tra cui il THC, mimano gli effetti degli endocannabinoidi legandosi ai medesimi recettori.
In un recente studio pubblicato sul Journal of Headache and Pain, i ricercatori dell'Istituto Neurologico Casimiro Mondino di Pavia hanno dimostrato sui topi che un composto sintetico simile alla cannabis terapeutica può placare il dolore in emicrania indotte.
"Questi risultati suggeriscono che la manipolazione farmacologica del recettore CB2 può rappresentare un potenziale strumento terapeutico per il trattamento dell'emicrania", scrive la dottoressa Cristina Tassorelli, principale autrice dello studio.
Come racconta Leafscience, nello studio è stata utilizzata una sostanza chimica chiamata AM1241, che stimola specificamente il recettore CB2. "E' stato chiaramente dimostrato che i recettori CB1 sono coinvolti nella modulazione dei segnali di dolore […] ma anche i recettori CB2 sembrano contribuire all'effetto analgesico", si legge nello studio.
Secondo il dottor Simon Akerman della University of California, che ha pubblicato uno studio nel 2013 sul ruolo degli endocannabinoidi nell'emicrania, questi recettori possono essere "naturalmente coinvolti con modulazione del cervello dei meccanismi del dolore".
Ma secondo i ricercatori italiani sono stati condotti pochi studi sull'efficacia dei cannabinoidi in relazione all'emicrania e concludono spiegando che servono studi a lungo termine.