Il ministro Salvini ha convocato un tavolo per risolvere la questione
Dopo le forti proteste dei giorni scorsi, arrivate in primis dalle associazioni di pazienti, ma anche dalla politica e dal mondo civile, il governo ha deciso di fare un passo indietro su quello che si sarebbe tradotto come un divieto di mettersi alla guida per i pazienti che assumo cannabis terapeutica.
Secondo la riforma del codice della strada, che prevede basti la positività agli stuefacenti per far scattare processo penale, revoca della patente e sospensione di 3 anni senza dover provare l'alterazione alla guida, i pazienti non avrebbero potuto mettersi al volante.
La questione era stata portata all'attenzione del ministro dei Trasporti già diversi mesi fa, e nei giorni scorsi, davanti all'ennesima richiesta di procedere per risolvere la questione, aveva risposto di far riferimento al ministero della Salute.
Cannabis e patente: la nota del ministero dei Trasporti
Ieri la svolta: il ministero dei Trasporti ha infatti diramato una nota in cui si spiega che Salvini ha inviato una lettera ai ministri di Interno e Salute, Matteo Piantedosi e Orazio Schillaci e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano per la "tutela delle persone in cura con sostanze psicotrope con protocolli terapeutici, sotto controllo medico (un esempio è la cannabis terapeutica)".
E quindi è stato chiesta la creazione di un tavolo di lavoro "che stabilisca eventuali deroghe o una disciplina di dettaglio che consenta di individuare in via interpretativa le ipotesi di non sanzionabilità, debitamente certificate dal medico curante, per i pazienti soggetti ad un trattamento farmacologico che — per il principio attivo, la posologia, la durata temporale e le condizioni psico-fisiche generali del paziente — è idoneo a non pregiudicarne, comunque, l’idoneità alla guida".
Ora l'importante è che la questione venga risolta in tempi brevi, perché il nuovo codice della strada entrerà in vigore il prossimo 14 dicembre.