Parkinson e uso terapeutico della cannabis

Parkinson e uso terapeutico della cannabis

Letteratura scientifica sul trattamento dei sintomi del Parkinson con cannabinoidi

Il Parkinson è una patologia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo della proteina alfa-sinucleina all'interno di cellule neuronali in specifiche aree del cervello, i nuclei della base, coinvolti nel coordinamento delle funzioni motorie e cognitive.

La patologia si manifesta attraverso sintomi come il tremore, la rigidità muscolare, la difficoltà a camminare, l'equilibrio, la deglutizione e la disartria. La malattia peggiora gradualmente e può causare turbe comportamentali e cognitive gravi a causa della mancanza di produzione di dopamina nei nuclei della base.

Cannabis e sintomi del Parkinson

La cannabis può aiutare a ridurre alcuni dei sintomi della malattia, come il tremore e la rigidità muscolare, nonché a gestire l'ansia, i disturbi del sonno e dell'olfatto. La scelta della via di somministrazione della cannabis dipende dal tipo di sintomo che si vuole trattare: l'inalazione è preferibile per il tremore, mentre l'assunzione orale - come attraverso l'olio ad alto contenuto di cannabidiolo - può essere più utile per la rigidità muscolare e i sintomi psichici.

Differenti studi confermano che i principi attivi della cannabis - in particolare il THC, il CBD - possiedono qualità antinfiammatorie e antiossidanti che permettono di ottenere una neuroprotezione, rendendo la sostanza utile per affrontare i sintomi del Parkinson e di altre malattie neurodegenerative. La neuroprotezione indotta dalla cannabis è anche attribuibile alla limitazione della trasmissione glutammatergica nel cervello, che riduce l'eccitotossicità, oltre che al miglioramento della funzionalità della barriera emato-encefalica, che protegge il cervello dagli elementi esterni.

Gli studi scientifici

In uno studio pubblicato su Clinical Neuropharacology, i ricercatori della School of Pharmacy and Pharmaceutical Sciences dell'Università di Buffalo (NY) hanno esaminato i dati di 69 pazienti affetti da Parkisnon.

La maggior parte dei pazienti ha ricevuto una tintura con rapporto 1:1 di THC e CBD. I ricercatori scrivono che: "È stato notato che l'87 percento dei pazienti (n = 60) ha mostrato un miglioramento in qualsiasi sintomo del Parkinson dopo l'inizio della terapia".

Secondo gli studiosi: "I sintomi con la più alta incidenza di miglioramento includevano crampi/distonia, dolore, spasticità, mancanza di appetito, discinesia e tremore".

Un altro lavoro scientifico, a lungo termine, è stato invece pubblicato su Parkinsonism & Related Disorder, curato dai ricercatori del Dipartimento di neurologia dello Sheba Medical Center dell'università di Tel Aviv. E' un'analisi retrospettiva effettuata su 152 pazienti affetti da Parkinson con età media di 69 anni.

Secondo i ricercatori:  "Un'analisi di Kaplan-Meier non ha mostrato alcuna evidenza di peggioramento relativo dei sintomi psicotici, depressivi o cognitivi riportati dai pazienti ai loro medici curanti nel tempo nel gruppo" e sottolineano che nei follow up, durati da 1 a 3 anni, "i regimi di trattamento con cannabis medica sembravano sicuri. La cannabis medica non ha esacerbato i sintomi neuropsichiatrici e non ha avuto effetti dannosi sulla progressione della malattia".

La visione dei medici di Clinn

"Le ricerche condotte in studi preclinici suggeriscono che la Cannabis può essere utile nel trattamento dei sintomi motori e non motori del Parkinson", spiegano i medici di Clinn. Inoltre, sottolineano che: "Ciononostante, i pochi studi clinici randomizzati e in doppio cieco condotti su un numero limitato di individui non fornirebbero sufficienti prove di un vantaggio nell'uso della Cannabis, ma è comunque corretto evidenziare – anche dalla nostra diretta esperienza – che sono numerosi i pazienti che utilizzano con successo la cannabis medica con un notevole miglioramento della qualità di vita. Per giungere a una conclusione definitiva, sono certamente necessari studi clinici più completi che prendano in considerazione i dosaggi adeguati, le varietà di Cannabis, i metodi di somministrazione e un gruppo di pazienti più ampio". 

Tra i nuovi studi in corso sulle patologie neurodegenerative non possiamo che citare anche quello italiano - denominato NEUROBIS - condotto dall'Ospedale Universitario di Novara e Avextra, azienda produttrice dell'estratto di cannabis che sarà oggetto dello studio clinico di fase II per la gestione dei sintomi nella malattia di Parkinson, dell'Alzheimer e della SLA. 

15 novembre 2024
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