La ricerca scientifica continua a fornire prove dell'efficacia di alcuni cannabinoidi nella prevenzione e nel trattamento delle infiammazioni cerebrali.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista European Journal of Medicinal Chemistry dai ricercatori dell'Istituto di Medicina del Consiglio superiore di ricerca scientifica spagnolo (CSIC), i cannabinoidi possono migliorare la vita dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer.
I cannabinoidi agiscono su percorsi specifici presenti anche nel cervello chiamati recettori e, secondo il team, precedenti studi sul ruolo dei cannabinoidi nel morbo di Alzheimer suggeriscono una serie di vantaggi. Nei recettori CB1 la loro attività sembra preservare le funzioni cognitive mentre nei recettori CB2 può aiutare a proteggere il cervello.
"Considerati nel loro insieme questi risultati suggeriscono che l'attivazione dei recettori CB1 può interrompere il meccanismo di eccitotossicità e mentre i recettori CB2 possono sopprimere la neuroinfiammazione e portare alla rimozione della placca".
Secondo il pensiero scientifico corrente l'accumulo di placca è ritenuto la causa dell'infiammazione che porta alla morte cellulare. Quindi l'infiammazione cronica è considerata da alcuni studiosi come la causa del morbo di Alzheimer. Mentre i farmaci attualmente prescritti hanno dimostrato di essere inefficaci, il team sta attualmente lavorando affinché tramite i recettori CB2 venga impedita la formazione di queste placche, ritenute appunto un indicatore chiave della malattia.
Gary Wenk, professore di neuroscienze, immunologia e genetica medica presso la Ohio State University, ha di recente dichiarato al Time che nei suoi 25 anni di ricerche per combattere e prevenire le infiammazioni cerebrali, "i cannabinoidi sono la prima e unica classe di farmaci che siano mai stati efficaci".
Redazione Cannabisterapeutica.info