Uno studio dei ricercatori della Cina Second Military Medical University, oltre a confermare che la cannabis possa aiutare nel combattere l’artrite, si è spinto oltre, nel tentativo di capire come ciò possa avvenire. Pubblicato sulla rivista Rheumatology, la ricerca spiega come la cannabis possa avere effetti terapeutici sulle infiammazioni delle articolazioni.
Il motivo sembra essere l’attivazione recettori CB2, presenti in numero molto elevato nei tessuti articolari dei pazienti affetti da artrite. "Storicamente – ha spiegato il dottor Sheng-Ming Dai, coautore dello studio – le terapie a base di cannabis sono state utilizzate per alleviare i sintomi di un ampio spettro di malattie, tra le quali l’artrite reumatoide". "E se uno dei principali ostacoli alla diffusione dei trattamenti a base di marijuana è il loro effetto psicoattivo", ha sottolineato, "gli scienziati sono alla ricerca di nuovi metodi per ottenere gli stessi benefici senza il tipico effetto associato alla cannabis".
Nel nuovo studio, il dottor Dai e il suo team hanno confermato la presenza di recettori CB2 nei campioni di tessuto prelevati da pazienti affetti da osteoartrite e artrite reumatoide. In più, utilizzando una sostanza chimica che attiva solo i recettori CB2, i ricercatori sono stati in grado di sopprimere molecole infiammatorie che si pensa siano coinvolte nell’erosione della cartilagine. Il team sta ora lavorando per capire il modo migliore per indirizzare questi recettori esclusivamente nel trattamento dell’artrite, visto che alcuni recenti studi scientifici suggeriscono che i cannabinoidi possano aiutare anche nel gestire il dolore causato da malattie articolari.