Una donna di 41 anni ha deciso di coltivare da sola la cannabis e di denunciarsi alla polizia
Accade in Croazia dove il gesto della donna, che non è il primo nel suo genere nel Paese, ha portato il governo a formare una commissione di esperti chiamata a decidere se permettere o meno ai pazienti di potersi procurare farmaci a base di cannabis o di poterla coltivare direttamente sé.
In Croazia nel 2013 è stata inserita una distinzione tra le diverse sostanze: prima la legislazione di Zagabria non distingueva tra droghe leggere e pesanti, così come tra uso terapeutico e ricreativo della cannabis e ad ogni modo vendere o coltivare marijuana è un reato punibile con pene che oscillano dai 3 ai 15 anni di carcere.
Nel 2009 aveva fatto scalpore la condanna di un veterano della guerra dei Balcani che una volta rientrato a casa era stato condannato perché assumeva cannabis per lenire il suo disturbo da stress post traumatico. Secondo le leggi il tribunale di Virovitica stabilì la colpevolezza dell'uomo, ritenendolo colpevole della coltivazione e del possesso di 67,71 grammi di cannabis. La Corte Suprema, al contrario, ha preso in considerazione il dato che il veterano soffriva del disturbo, e dunque la cannabis lo aiutava a combattere i problemi psicologici derivati da questa patologia.
E ci sono similitudini con la storia raccontata in questi giorni dal Jutarnji list. Minja Vuksan Dobran, 41enne di Sissano, è affetta da sclerosi multipla e ha dapprima scritto al ministero della Salute, chiedendo il permesso di coltivare la cannabis per potersi curare, ricevendo però un rifiuto netto. A quel punto ha deciso di fare di testa sua e di piantare la cannabis che per molti pazienti in tutto il mondo si è rivelata efficace nel limitare spasmi e rigidità muscolare restituendo in molti casi una mobilità che si era persa. Minja ha deciso di piantare nell’orto dietro casa nove semi di cannabis pregando un conoscente di informare la polizia.
Gli agenti si sono presentati quando le piantine avevano raggiunto l’altezza di mezzo metro: le hanno sequestrate e hanno sporto denuncia penale per produzione di sostanze stupefacenti nei confronti del marito Alessandro Dobran, dato che era lui a prendersi cura della canapa, visto che Minja è semi-paralizzata. Ora il marito rischia fino a 5 anni di carcere.
"Mio marito - ha raccontato la donna - è disposto ad andare in prigione, pur di dimostrare che non siamo spacciatori e che la canabis mi serve per curarmi. Se avessi soldi mi sarei comperata l’olio di cannabis come fanno tanti malati gravi ma sul mercato nero costa 130 euro la bottiglietta".