"L'uso di cannabispreviene migliaia di morti premature ogni anno, mentre il proibizionismo nei confronti di questa pianta si è rivelato la principale causa di morti premature negli Stati Uniti". A scrivere queste parole non è uno sconsiderato antiproibizionista ma un medico, il dottor Thomas M. Clark, professore presso il dipartimento di Biologia dell'Indiana University South Bend.
Precisiamo subito che quello di cui ci apprestiamo a parlare non è uno studio peer-review (non è stato quindi sottoposto al controllo di altri scienziati) ma si tratta comunque di una revisione sistematica di dati di pazienti analizzati per cercare di capire il nesso tra l'uso di cannabis e la mortalità che si trova anche online sul sito dell'Università. Il professore spiega di aver utilizzato "studi sull'impatto dell'utilizzo di cannabis sui sistemi fisiologici e sul metabolismo e sui tassi di mortalità dovuti a lesioni cerebrali", oltre all'analisi dei cambiamenti dei tassi di mortalità e del consumo di alcol dopo la legalizzazione della cannabis medica incrociati con i dati dei censimenti negli stati in cui la cannabis è completamente legalizzata per stimare l'impatto della legalizzazione della cannabis medica.
Secondo il professore: "Si stima che l'uso di marijuana riduca la morte prematura da diabete mellito, tumore e lesioni cerebrali traumatiche da 989 a 2.511 morti per ogni 1% della popolazione. Utilizzando un tasso di consumatori mensili del 12,2% nell'analisi, la stima va dalle 12,100 alle 30,600 morti dovute a queste patologie, che ogni anno vengono prevenute grazie al consumo di cannabis". Non solo, perché includendo anche l'utilizzo di cannabis medica, "l'uso di cannabis sembra prevenire approssimativamente dalle 17,400 alle 38500 morti premature".
"Se la cannabis a livello medico fosse legale in tutti gli Stati Uniti l'analisi stima dalle 23500 alle 47500 morti prevenute annualmente dall'uso di cannabis". Non solo perché il dottore continua sottolineando che: "Includendo gli Stati con accesso legale alla cannabis a partire dal 2015, il proibizionismo è responsabile di un numero di morti che va da 6.100 a 9.000 ogni anno a causa della mancanza di accesso alla cannabis medica, oltre al crescente numero di morti da cancro, diabete mellito e trauma cerebrale derivanti da una diminuzione del numero di persone che usano marijuana. Nel complesso, si stima che il proibizionismo abbia causato un numero di morti premature simile a quello della guida sotto effetto di alcool, omicidi o overdose da oppioidi".
Redazione cannabisterapeutica.info