Le multinazionali farmaceutiche sarebbero fortemente penalizzate dalla legalizzazione della cannabis sia medica che ad uso adulto. È quanto emerge da uno studio condotto dalla California Polytechnic State University in collaborazione con l’Università del New Mexico. Ecco i risultati della ricerca.
L’impatto della legalizzazione della cannabis sulle multinazionali farmaceutiche
Si intitola “U.S. Cannabis Laws Projected to Cost Generic and Brand Pharmaceutical Firms Billions” lo studio pubblicato su PLOS One a fine agosto 2022 e che condivide una panoramica e alcune previsioni sull’impatto della legalizzazione della cannabis sulle grandi multinazionali farmaceutiche.
Condotto da Ziemowit Bednarek, del Finance Department della California Polytechnic State University, e da Sarah Stith, del Dipartimento di Economia dell'Università del New Mexico, lo studio mostra come la legalizzazione della cannabis negli Stati Uniti abbia aumentato, in 23 anni (dal 1996 al 2019), l'uso della pianta e dei suoi derivati come alternative ai farmaci convenzionali e quindi per sostituirli. Secondo l’analisi, a soli dieci giorni dalle diverse legalizzazioni, i rendimenti delle società farmaceutiche quotate in borsa sono calati, in media, dell’1,5-2%.
“Per il nostro campione principale, abbiamo utilizzato dati relativi ai rendimenti azionari giornalieri di 556 società da gennaio 1996 a dicembre 2019”, spiegano i ricercatori. “Abbiamo poi abbinato i dati sui rendimenti azionari con le date di 45 legalizzazioni della cannabis tra novembre 1996 (California) e novembre 2018 (Oklahoma, Michigan, Mississippi, Virginia e Utah). Ogni evento di legalizzazione nel campione è definito come il giorno in cui il governatore dello stato ha firmato la legislazione che legalizza la cannabis o gli elettori hanno votato per legalizzare l'accesso alla cannabis, sia medica che ricreativa”.
I risultati dello studio: la cannabis fa perdere alle aziende 3 miliardi l'anno
Come anticipato, dallo studio è emerso che, a dieci giorni dalla legalizzazione, i rendimenti del mercato azionario delle aziende farmaceutiche quotate in borsa erano calati dell’1,5-2%, un numero che, su scala annuale, corrisponde a circa 3 miliardi di dollari (una cifra ottimistica visto che secondo uno studio del 2017 le perdite potrebbero arrivare anche a 4 miliardi). Secondo le previsioni, inoltre, con la completa legalizzazione federale si assisterebbe a una riduzione dell’11% in termini di vendite di farmaci convenzionali.
Secondo altri studi ad accusare maggiormente il colpo sarebbero i farmaci oppioidi, sostituiti dalla cannabis e dai suoi derivati che possono agire anch’essi come antidolorifici. Per comprendere appieno il fenomeno e sfruttare al meglio la cannabis, però, i ricercatori suggeriscono di procedere con ulteriori studi e analisi.
Oltre alla panoramica generale, i ricercatori hanno condiviso i risultati relativi alla differenza specifica tra l’impatto della legalizzazione medica e quello della legalizzazione ad uso adulto. Secondo l’analisi, la seconda avrebbe avuto più del doppio dell'impatto della prima, presumibilmente a causa del maggior numero di cittadini coinvolti, considerato che l'accesso alla cannabis medica è, nella maggior parte dei casi, limitato a persone con condizioni gravi e debilitanti.
Martina Sgorlon