Dopo aver più volte fatto richiesta all'Ausl competente per l'importazione di cannabis terapeutica avendo presentato regolarmente la ricetta del medico senza ottenere risposta, la disperazione l'aveva portata a sporgere denuncia per omissione di soccorso.
Se le vie legali attraverso le quali richiedere il farmaco non avevano sortito nessun effetto, il polverone seguito alla notizia della denuncia ha portato ad una riposta dell'azienda sanitaria, arrivata per bocca della dottoressa Mara Morini, direttore del Dipartimento di Cure Primarie.
“La signora ha richiesto all’Azienda Usl di Bologna, nel 2012, un farmaco cannabinoide non disponibile in Italia. Abbiamo inoltrato quella richiesta, come previsto dalle norme vigenti, alla Commissione del Farmaco Area Vasta Emilia Centro, organo tecnico competente, che non ha ritenuto ci fossero gli elementi per accoglierla. In base al parere espresso dalla Commissione, e in accordo con il medico di famiglia che aveva prescritto il farmaco, abbiamo proceduto alla ricerca di percorsi terapeutici alternativi. Venerdì scorso, il medico di famiglia della signora ha presentato una nuova richiesta per lo stesso farmaco, attestando l’inefficacia delle terapie alternative. Sulla base di questa certificazione provvederemo alla importazione del farmaco con oneri a carico della signora”.
"Il mio medico mi ha spiegato che è stato contattato dall'Ausl: dovrà fare un nuovo certificato, ma ora sembra che mi recuperino il Bedrocan", ha raccontato ieri la donna. Per il senatore del Partito democratico Sergio Lo Giudice, firmatario insieme ad altri senatori Pd del disegno di legge n.1222 a prima firma del senatore Luigi Manconi che introduce anche in Italia la possibilità di uso della cannabis e dei suoi derivati a scopo terapeutico, "è davvero un'ottima notizia che l'Ausl di Bologna abbia deciso di fornire alla donna il Bedrocan".
Redazione Cannabisterapeutica.info