Oggi Michele Corsetti è un infermiere che spera che in futuro le cure con la cannabis "siano sempre più presenti". Ci ha raccontato di aver trovato lavoro subito dopo essersi laureato qualche mese fa con la tesi intitolata: "Sviluppo e somministrazione di un questionario sull’uso di derivati della cannabis nella terapia del dolore", in cui ha analizzato con un questionario l'utilizzo della cannabis in diverse patologie di 40 pazienti in cura presso il Centro di Cure Palliative e Terapia del Dolore dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi. Come scrive Michele: "Lo studio, denominato SENeCA (Studio osservazionale per la valutazione degli Effetti sulla qualità della vita e le abitudini Nutrizionali dei pazienti in trattamento con Cannabis) ha l’obbiettivo di valutare il profilo di efficacia e sicurezza del trattamento a base di cannabis medicinale e di ottenere un quadro della qualità della vita del paziente in terapia con cannabis".
La tesi (QUI il link alla tesi integrale) è stata svolta per la laurea in infermieristica presso l'Università degli Studi di Firenze, sotto la supervisione della professoressa Maria Grazia Giovannini. "Abbiamo deciso di creare un questionario che ponesse domande che andavano dall'alimentazione alle problematiche legate alle varie patologie. Ogni paziente ha dato le proprie risposte riguardo la propria malattie e punti comuni come il gonfiore addominale, il dolore, come cambiava la sazietà o effetti collaterali che potesse percepire. La cosa forse più importante che si evince dalle tesi è che le persone che usavano il farmaco in tisana o decotto erano quelle che avevano un minor riscontro di effetti benefici. Invece l'estratto di cannabis in olio è la forma di disperazione preferita da tutti anche dalle persone anziane, sia per il maggior effetto che per il fatto che fosse facilmente dosabile".
Secondo Michele le risposte al questionario "sono state strapositive per il sonno, per la sazietà, per il gonfiore addominale e per la riduzione del dolore. Persone che non riuscivano a dormire dal dolore e che negli anni avevano iniziato ad abusare di diversi farmaci che il corpo nel tempo inizia a tollerare e che non facevano più effetto, con la cannabis hanno ricominciato a dormire ed in tanti hanno abbandonato i diversi farmaci che assumevano contro il dolore e per dormire, perché sono stati sostituiti dalla cannabis".
Non solo, perché Michele racconta anche che: "Tutti all'inizio erano terrorizzati perché vedevano la cannabis come una droga maledetta. Quando per esempio ho intervistato una signora anziana per chiederle conto degli effetti, lei ha iniziato da subito a precisare che era tutto legale e che non stava facendo niente di male, come se si vergognasse. Peccato, perché secondo me la cannabis sarà sempre più presente".
Hai notato delle difficoltà per i pazienti nell'accedere a questo tipo di farmaci?
Uno dei problemi più grandi è che in Italia ci sono grosse differenze da regione a regione. Per fortuna io ho fatto la ricerca in Toscana dove siamo comunque avanti dal punto di vista legislativo ed i problemi per i pazienti sono molto limitati rispetto a quelli che hanno pazienti di diverse regioni. I problemi sono creati forse più dai dottori che magari la vedono come una cosa da poco, per cui molti hanno dovuto cambiare dottore per farsela prescrivere.
Nel percorso di studi di medici ed infermieri della cannabis non si parla, giusto?
No, no assolutamente. E' una cosa di cui non si parla proprio, né nei libri né come gestione; nessuno saprebbe bene cosa fare uscito dalla laurea.
Hai dedicato una parte della tesi al ruolo dell'infermiere nella terapia del dolore...
La parte sulla terapia del dolore era sia una spinta all'infermiere in sé e per sé nell'accettare questa cura e anche per spiegare le differenze nell'utilizzo per il paziente e quindi ho spiegato le tipologie di utilizzo e di somministrazione e delle loro differenze.
Hai iniziato a lavorare subito dopo la laurea, ti capiterà di lavorare con la cannabis?
Spero e prevedo di sì. Penso che la strada per la cannabis ormai sia in discesa e nel futuro in generale la vedo molto più presente.
Mario Catania