Un articolo sulle potenzialità dei cannabinoidi nel trattamento della sindrome dell'ovaio policistico creato Camit, sistema di teleassistenzasanitaria per la gestione del paziente cronico con terapie complementari naturali.
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è una sindrome clinica caratterizzata da cicli irregolari o scomparsa del ciclo mestruale
(amenorrea, insulino-resistenza, sovrappeso, obesità) e manifestazioni legate ad aumento dei livelli di ormoni androgeni circolanti (acne, aumento della peluria…). Nella maggior parte dei casi è presente un riscontro ecografico di cistiovariche.
La PCOS colpisce statisticamente il 5-20% della popolazione femminile in età fertile, a seconda del criterio diagnostico adottato, ed è pertanto il disordine endocrino più diffuso fra le donne in età riproduttiva. È inoltre una delle cause più frequenti di infertilità femminile.
Gli approcci terapeutici attualmente disponibili includono modifiche dello stile di vita (riduzione del peso corporeo e regolare attività fisica), mentre nelle donne che non desiderano una gravidanza l’assunzione di estroprogestinici è generalmente il trattamento di prima linea.
Sistema Endocannabinoide e sindrome dell'ovaio policistico
Diversi studi hanno dimostrato il ruolo del sistema endocannabinoide nella regolazione della funzione ovarica e in alcuni aspetti della PCOS, quali insulino-resistenza e obesità.
In particolare, il CBD, secondo uno studio del 2009 pubblicato sul The Journal of Neurosciences, oltre a svolgere azione antidolorifica e antinfiammatoria sistemica, tramite la modulazione dei recettori CB1, regola le funzioni mitocondriale, migliorando la combustione di zuccheri e grassi in eccesso e utilizzandoli come fonte d’energia, riduce la resistenza all’insulina per migliorare la regolazione dello zucchero nel sangue e supportare la beta-ossidazione dei grassi e contribuisce a ridurre l’appetito con conseguente riduzione dell’apporto calorico.
Inoltre uno studio del 2019 pubblicato su Psychological Medicine ha dimostrato come le donne affette da sindrome dell'ovaio policistico manifestino livelli più elevati di ansia, depressione e stress percepito.
Il CBD inoltre, secondo diverse pubblicazioni scientifiche come questa su Current Neuropharmacology del 2017, sembrerebbe essere molto utile come ansiolitico e antidepressivo, tramite l’interazione con i recettori serotoninergici cerebrali, aumentando quindi l’affinità della serotonina al suo recettore; ad alte concentrazioni ha anche un’azione diretta sui recettori serotoninergici.
Dott.ssa Veronica Spoto - Medico Specialista in Nutrizione Clinica
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