La Regione Puglia sembra pronta a rompere gli indugi per garantire la cannabis ai propri malati a prezzi accessibili. Lo fa con un disegno di legge approdato in giunta martedì 22 novembre e che si intitola “Progetto pilota per la coltivazione, produzione e distribuzione regionale di sostanze di origine vegetale a base di cannabis per finalità terapeutiche”.
Obiettivo della legge è quello di realizzare uno o più appezzamenti in cui coltivare, fabbricare e confezionare la cannabis necessaria per produrre i farmaci per uso terapeutico da distribuire ai pazienti pugliesi che ne hanno bisogno, garantendo anche un risparmio della spesa da parte del servizio sanitario regionale.
“L’uso medico della cannabis e dei suoi componenti – è scritto nel testo che accompagna gli articoli della legge – ha una storia millenaria, condivisa da molte culture nel mondo. Si ritiene ormai opportuno dover assicurare ai pazienti pugliesi che lo necessitino un adeguato impiego clinico dei medicinali a base di cannabis”.
Tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione, dovrebbe essere affidata ad una associazione no profit “di scopo”, cioè creata ad arte, composta da Università, enti con comprovata competenza scientifica e associazioni no profit. La sostanza prodotta dovrebbe poi essere distribuita a un unico centro regionale individuato per la preparazione dei farmaci a base di cannabis al fine di soddisfare il fabbisogno regionale e, nel caso, anche quello di altre Regioni.
Nel 2014 il Consiglio regionale pugliese aveva approvato all’unanimità una legge che permetteva l’avvio di progetti pilota, in collaborazione con lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati, la produzione dei medicinali a base di cannabis. Anche se poi nella pratica nessun progetto concreto di produzione di cannabis era stato avviato.
Nel corso del 2015 i circa 300 pazienti pugliesi che hanno diritto alla cannabis terapeutica hanno fatto uso di 44 chili di cannabis provenienti da centri autorizzati dell’Olanda. Un consumo in crescita costante. Per rifornirsi, il sistema sanitario regionale (che copre le spese) ha speso diverse centinaia di migliaia di euro.
Una situazione difficile per i malati (spesso alle prese con i ritardi nell’importazione) e per le casse regionali. Per questo la Regione ora punta a mettersi in proprio, migliorando la distribuzione per i malati e segnando anche consistenti risparmi per la sanità pugliese. Una scelta evidentemente provocata anche dai ritardi che stanno colpendo la produzione di stato allestita a Firenze.
Fonte: dolcevitaonline.it