La carenza di cannabis era stata ampiamente annunciata, ma non per questo si sta rivelando meno disastrosa. Intanto, mentre le promesse istituzionali sono state disattese e i pazienti tornano a manifestare, la cannabis medica resta un miraggio per migliaia di persone. La stessa situazione che si ripete, uguale a se stessa, da diversi anni, senza che poi nella pratica nulla cambi per i pazienti.
E molto, di questa brutta situazione, è dovuto a cavilli burocratici che sarebbero semplici, in teoria, da superare, per fare in modo che da una parte si inizi a produrre più cannabis, e dall'altra se ne importi di più. Altre soluzioni non ci sono.
Carenza di cannabis: un problema che arriva da lontano
Alessandro Pastorino, AD di FL Group
"Da inizio anno stiamo vivendo, come importatori e quindi non solo noi azienda FL Group ma immagino tutto il comparto, di nuovo un difetto di consegna da parte dell'Olanda che ci fa tornare indietro quasi di due anni. Mentre l'anno scorso eravamo arrivati a un livello di fornitura di quasi 20 kg al mese e sembrava un buon trend fino ad agosto 2020, da ottobre in avanti non c'è più stata disponibilità", racconta Alessandro Pastorino, Amministratore Delegato di FL Group, azienda importatrice di cannabis che fa parte dei Tilray, azienda canadese dedita alla cannabis tra le più grandi al mondo. "Da lì - continua - tutto è andato sempre peggio: a inizio 2021 il ministero della salute alzava le mani dicendo che loro avevano chiesto una tonnellata all'Olanda che però non ne garantiva più di 900 chili".
Oggi siamo nella situazione in cui tutte le richieste, che si mantengono alte, vengono dimezzate: "Siamo ormai in un momento storico in cui dipendiamo fortemente da una sola fonte di approvvigionamento: è evidente che le cose andrebbero modificate subito. Perché di mezzo abbiamo una platea di 30mila pazienti che stanno provando a far sentire la propria voce".
Gli importatori italiani obbligati a rifornirsi da Bedrocan
E intanto, da FL Group, è stata fatta una segnalazione all'Antitrust. "Noi come azienda abbiamo fatto una mossa delle più classiche per sollecitare le istituzioni a fare modifiche alla legislazione corrente". Infatti, ad oggi, Bedrocan è l'unica azienda da cui gli importatori possono acquistare la cannabis. "E' un'imposizione che è stata fatta solo a noi importatori. Sulle nostre licenze speciali - siamo 5 importatori autorizzati - abbiamo una dicitura specifica che dice che noi siamo obbligati ad acquistare dal ministero della Salute olandese (che a sua volta la acquista dalla Bedrocan, ndr), per un'esclusiva distribuzione alle farmacie del territorio nazionale, ospedaliere e territoriali".
Dall'altro lato, mantenendosi bassa la produzione a Firenze, è un cane che si morde la coda. "Noi vogliamo che sia fatta chiarezza su come debba essere gestita la filiera, perché la situazione in cui siamo oggi è preoccupante. Il paradosso nel paradosso, è che lo Stabilimento di Firenze, che per legge deve sopperire alla domanda domestica, importa lui stesso da Paesi diversi dall'Olanda, e da produttori diversi come Tilray (di cui FL Group fa parte) o Aurora quando è stato fatto il bando dal ministero della Difesa, e non si capisce come mai, lo stesso percorso non possa essere intrapreso da aziende che lo fanno di mestiere, con la stessa modalità: ne avremmo tutte le capacità tenendo conto che il prodotto è certificato alla stessa stregua di quello dello Stabilimento militare, o di quello che lo stabilimento importa dalla Germania o ancora di quello olandese".
Cambiare la legge per risolvere l'emergenza della carenza di cannabis
La legge a cui fa riferimento Pastorino è la numero 172 del 2017, in cui, nell'articolo 18 quater, vengono esplicitati 7 punti relativi alla cannabis medica. Era una legge sperimentale, fatta nel periodo in cui a Firenze si trattava ancora di un progetto pilota, che tra l'altro non è completamente entrata in vigore visto che l'articolo 6, che prevedeva la prescrizione a carico del sistema sanitario nazionale, che semplificherebbe di molto la vita ai pazienti, non è mai entrato in vigore
Dall'altro lato la cronaca racconta di una continua carenza generalizzata di cannabis, o storie come quella di Walter, assolto dopo essere stato sotto processo per aver coltivato la cannabis che la Asl di riferimento non riusciva a fornirgli, o ancora i pazienti che tornano a manifestare sotto il ministero con la garanzia, da parte del Sottosegretario Costa, che sarà inaugurato un tavolo tecnico.
"Nel frattempo però bisogna intraprendere delle soluzioni di emergenza: i prodotti ci sono, non bisogna inventarli, basterebbe un intervento politico". E il perché questo intervento non arrivi, è la domanda delle domande. "E' difficile spiegarlo, non c'è nessun motivo ragionevole. La motivazione tecnica è quella delle disposizioni legislative che mettono a capo di tutto lo Stabilimento di Firenze. Dall'altra parte quell'impianto non produce nemmeno un decimo del fabbisogno reale. E noi riceviamo chiamate dai pazienti infuriati ai quali cerchiamo di spiegare che non è colpa nostra. Serve maggior chiarezza a livello politico portando alla luce la carenza e smettendola di sottostimare il fabbisogno nazionale".
La cannabis canadese nelle farmacie tedesche
Intanto la situazione è sempre più insostenibile, vuoi per i limiti di esportazione olandese, vuoi per la situazione dei pazienti. "Noi vogliamo andare verso una soluzione e ciò che ci spinge ad agire è la volontà di soddisfare le richieste di mercato e aiutare i pazienti ne concreto, l'obiettivo, che dovrebbe essere comune, è quello di garantire una continuità terapeutica".
Insomma, l'atteggiamento di FL Group è quello di cercare di stimolare un cambiamento, tanto più che, l'ultima notizia che riguarda Tilray, tra le più grandi aziende al mondo che si occupano di cannabis medica e di cui Fl Group fa parte, è che è stata la prima azienda in grado di rilasciare un lotto EU Gmp in Germania e sarà la prima azienda autorizzata a rifornire le farmacie tedesche. "Questo per avvalorare la tesi che avremmo tutte le capacità per rifornire anche il mercato italiano", conclude Pastorino.
Mario Catania