Secondo uno studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica Recenti Progressi in Medicina nel 2012, nel nostro Paese soffrono di dolore cronico circa 13 milioni di individui (21,7% della popolazione). Di questi il 41%, quasi la metà, ha dichiarato di non aver ricevuto un’adeguata terapia in risposta alla propria sofferenza. Le linee guida universali per il trattamento del dolore, affinché una terapia sia efficace, ne raccomandano la valutazione in funzione delle sue caratteristiche e manifestazioni, al fine di identificarne l’origine (nocicettiva meccanico-strutturale, nocicettiva infiammatoria, neuropatica) ed un’adeguata terapia, anche in ragione dell’intensità del dolore (analgesici puri o loro associazioni nel dolore non infiammatorio; FANS – farmaci anti-infiammatori non steroidei – nel dolore infiammatorio a cui associare un analgesico centrale; farmaci che agiscono a livello di canali ionici e sulla ricaptazione di neurotrasmettitori nel dolore neuropatico).
Molte di queste persone soffrono di dolore neuropatico (dolore nervo-correlato), una condizione che è associata a numerose malattie, tra cui il diabete, il cancro, la sclerosi multipla, e HIV. Nella maggior parte dei casi, l'uso di farmaci analgesici standard come gli oppiacei e FANS è inefficace ad alleviare il dolore neuropatico. Inoltre, l'uso a lungo termine della maggior parte degli antidolorifici convenzionali, tra i quali il paracetamolo, gli oppioidi e i FANS, è associato ad una serie di potenziali effetti collaterali negativi, tra cui ictus, disfunzione erettile, infarto, epatotossicità e la morte accidentale per overdose.
Diversi dati indicano che l'uso di cannabis è comune nelle persone che soffrono di dolore cronico e numerosi studi clinici recenti dell’FDA americana indicano che la cannabis per via inalatoria può alleviare notevolmente il dolore neuropatico.
Nel 2011 è apparsa una revisione di diversi studi su questo tema sul British Journal of Clinical Pharmacology, nella quale i ricercatori hanno concluso che: "E'ragionevole considerare i cannabinoidi come opzione di trattamento per la gestione del dolore neuropatico cronico con prove di efficacia in altri tipi di dolore cronico dovuto a fibromialgia e artrite reumatoide".
Una recensione separata, pubblicata nel 2012 dal The Clinical Journal of Pain, ha inoltre precisato che: "Nel complesso, sulla base del database di studi clinici esistenti, gli antidolorifici derivati dalla cannabis hanno dimostrato di essere moderatamente efficaci e sicuri per i pazienti con una varietà di condizioni di dolore cronico. Gli studi che incorporano i cannabinoidi in medicina nell’educazione alla medicina del dolore sembrano giustificati e sembra appropriato continuare la ricerca clinica e il trattamento empirico".
Di recente è stato invece pubblicato uno studio scientifico sul JAMA Internal Medicine e condotto dai ricercatori della Perelman School of Medicine dell’Università della Pennsylvania ha esaminato il tasso di decessi causati da overdose da analgesici oppiacei tra il 1999 e il 2010.
I risultati rivelano che, in media, i 13 Stati americani che hanno autorizzano l’uso di cannabis terapeutica, dopo aver emanato le leggi, hanno avuto un tasso del 24,8% più basso riguardo alla mortalità annuale per overdose da analgesici oppiaceirispetto agli Stati in cui la cannabis terapeutica è ancora illegale, mostrando che il trattamento può essere più sicuro per i pazienti affetti da dolore cronico causato da varie patologie.