La cannabis è stata studiata più di molti altri farmaci approvati dall'FDA

La cannabis è stata studiata più di molti altri farmaci approvati dall'FDA

Gli oppositori della cannabis terapeutica amano sostenere che come farmaco debba essere sottoposta agli stessi standard di studio clinico e revisione della FDA sui farmaci convenzionali. Quello che non viene mai detto è che la cannabis ed i suoi componenti sono già stati sottoposti ad un maggior grado di controllo scientifico rispetto a molti farmaci approvati dalla FDA (la Food and Drug Administration, agenzia federale del dipartimento della Salute che in America supervisiona la sicurezza del cibo, del tabacco, dei farmaci, degli integratori alimentari e altri settori simili).

Secondo un'analisi pubblicata nel 2014 su circa 200 farmaci approvati dall'FDA, sono solo alcuni i farmaci convenzionali che vengono testati in studi clinici su larga scala che valutano le prove di efficacia e sicurezza prima dell'approvazione e dell'immissione nel mercato. "Circa un terzo ha ottenuto l'approvazione sulla base di un singolo studio clinico, e molti altri studi hanno coinvolto piccoli gruppi di pazienti con un periodo di osservazione più breve", riportava lo studio pubblicato sul Journal of American Medical Association, sottolineando che: "Solo il 40% delle approvazioni ha incluso test in cui il nuovo farmaco è stato confrontato con i farmaci esistenti sul mercato".

Per fare un confronto esistono più di 20mila studi pubblicati o recensioni nella letteratura scientifica che fanno riferimento alla pianta della cannabis ed ai suoi composti, quasi la metà dei quali sono stati pubblicati negli ultimi cinque anni: basta una rapida ricerca su PubMed Central, la banca dati del governo per le ricerche scientifiche peer-reviewed. Di questi, più di 100 sono studi clinici controllati che valutano l'efficacia terapeutica dei cannabinoidi per una varietà di indicazioni terapeutiche.

Nel 2006 una rassegna di 72 di questi studi, condotta tra gli anni 1975 e 2004, individua dieci patologie distinte per le quali sono stati pubblicati studi controllati su cannabinoidi. La revisione conclude che tali dati di prova "affermano che i cannabinoidi mostrano un potenziale terapeutico interessante come antiemetici, stimolanti dell'appetito in malattie debilitanti (cancro e l'AIDS), analgesici, così come nel trattamento della sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, la sindrome di Tourette, epilessia e il glaucoma".

Nel 2010 una revisione di altri 37 studi clinici controllati, condotta tra gli anni 2005 e 2009, riconosce allo stesso modo l'efficacia della pianta, spiegando che: "Sulla base dei risultati clinici i cannabinoidi presentano un potenziale terapeutico interessante soprattutto come analgesici nel dolore neuropatico cronico, stimolanti dell'appetito in malattie debilitanti (cancro e AIDS), così come nel trattamento della sclerosi multipla". La revisione stima che circa 6.100 pazienti affetti da una vasta gamma di disturbi hanno partecipato a studi clinici sulla cannabis nel corso degli ultimi decenni, un numero di gran lunga maggiore rispetto ai soggetti che tipicamente partecipano a studi clinici per terapie più convenzionali.

Una revisione del 2012 di studi clinici più recenti condotta dal California Center for Medicinal Research, che ha coinvolto diverse centinaia di pazienti, ha concluso con enfasi: "Recenti studi clinici con con cannabis fumata e vaporizzata indicano la probabilità che il cannabinoidi possano essere utili nel trattamento del dolore neuropatico, nella spasticità dovuta alla sclerosi multipla, ed eventualmente in altre patologie... Sulla base delle prove attualmente disponibili la classificazione in Tabella I (quella di cui fa parte la cannabis insieme alle droghe pesanti, e che comprende sostanze che secondo il governo non hanno alcun valore terapeutico) non è sostenibile; non è vero che la cannabis non ha alcun valore medico, o che le informazioni sulla sua sicurezza siano carenti".

Il risultato è che oggi gli scienziati hanno molte più conoscenze sulla cannabis in medicina rispetto ai legislatori in fatto di farmaci approvati dalla FDA che proprio la cannabis potrebbe sostituire in futuro.

Redazione cannabisterapeutica.info

2 giugno 2016
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