Israele sta facendo grandi passi avanti per diventare il terzo Paese al mondo, dopo Olanda e Canada, ad esportare cannabis a scopo medicinale. Secondo il ministro dell'Agricoltura Uri Ariel entro un paio d'anni anche Israele sarà in grado di esportare il farmaco.
Israele è certamente uno dei Paesi più avanzati dal punto del vista della cannabis in medicina. Dai 10mila pazienti ammessi ai vari programmi statali di cura attraverso la cannabis nel 2012, si è passati a 13mila l’anno successivo, per arrivare a 20mila nel 2015 con una prospettiva di 30mila pazienti entro il 2016. Nel 2014 il ministero della Sanità ha lanciato una campagna online in modo da rendere più agevoli le interminabili procedure burocratiche alle quali si devono sottomettere i pazienti per ricevere il farmaco. Qui è dal 1995 che viene stimolato il consumo medico e la crescita del numero dei pazienti ha contribuito ai grandi passi avanti fatti negli ultimi dieci anni dalla ricerca. Ambito favorito anche dalle autorità che incoraggiano gli studi scientifici sui farmaci cannabinoidi.
Raphael Mechoulamè uno scienziato che lavora in Israele e che è stato in grado di isolare nel 1964 il THC. Il dottore, oggi 86enne, ha dedicato il resto della sua carriera allo studio della cannabis e dei suoi vari usi medici. Arrivando a pubblicare quasi 400 studi scientifici, 200 dei quali proprio sui cannabinoidi. Nel 1982 è diventata celebre una sua tesi che sostiene che se la cannabis fosse legale, sostituirebbe immediatamente il 10-20% di tutti i medicinali farmaceutici. Oggi, il dottor Mechoulam continua a lavorare a favore della ricerca sulla marijuana in medicina in Israele.
Ad ogni modo Il ministero dell'Agricoltura ha già istituito aree specifiche per la ricerca e la coltivazione di cannabis.
Redazione cannabisterapeutica.info