Non è solo uno studio scientifico, ma una testimonianza meravigliosa di cosa può rappresentare questa pianta per l'umanità.
Si tratta di uno studio effettuato su un piccolo campione di pazienti tramite interviste, curato dalla ricercatrice Maya Lavie-Ajayi dell'ICQM, il Centro israeliano per la ricerca qualitativa per le persone e la società e dal dottor Pesach Shvartzman, medico del reparto di cure palliative dell'Università Ben Gurion e pubblicato su Pain Medicine.
L'obiettivo era quello di analizzare l'esperienza soggettiva nel sollievo dal dolore che dà la cannabis e per farlo 19 pazienti sono stati curati sotto supervisione medica in una clinica israeliana.
I dati qualitativi, ottenuti con metodi che studiano i comportamenti umani nella loro complessità, con un'analisi centrata sulle relazioni e sulle interazioni in un determinato sistema, sono stati raccolti attraverso interviste approfondite le cui trascrizioni sono state analizzate utilizzando l'analisi fenomenologica interpretativa (IPA).
Dall'analisi delle risposte sono emersi tre punti chiave: il primo è il "Soffio del sollievo" che descrive la sensazione corporale dell'uso della cannabis, incluso un senso di rilassamento e riduzione del dolore.
Il secondo è il "Ritorno alla normalità", che descrive l'effetto complessivo dell'uso della cannabis, inclusa una maggiore capacità di dormire, concentrarsi e "funzionare".
Il terzo sono gli "Effetti collaterali" dell'uso di cannabis.
Nelle conclusioni gli autori scrivono di aver suggerito "il termine ripristino del Sé per concettualizzare l'effetto della cannabis medica. Il ripristino del Sé è l'esperienza di riconquistare il senso di sé, il senso di normalità e il senso di sé nel controllo sulla propria vita".
Mario Catania