Può una terapia a base di cannabidiolo (CBD) ridurre i sintomi dell’esaurimento e del burnout emotivo di cui soffrono gli operatori sanitari in prima linea contro il Covid-19? La risposta è in uno studio.
Le motivazioni dello studio sul rapporto tra CBD, burnout ed esaurimento
Durante l’emergenza sanitaria, la maggior parte dei Paesi a livello globale ha adottato misure di lockdown e distanziamento fisico per tentare di contenere i contagi. Questa situazione prolungata, però, ha portato a gravi conseguenze sociali ed economiche e ha colpito la salute mentale di numerosi individui e professionisti del settore sanitario. Diversi sondaggi condotti a livello internazionale, infatti, hanno registrato nella popolazione aumenti nei livelli di stress emotivo, depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e insonnia; aumenti questi, che sono stati, registrati in particolare tra gli operatori sanitari in prima linea negli ospedali e negli hub di primo soccorso.
Considerato il lasso di tempo necessario affinché i normali trattamenti farmacologici per queste condizioni (farmaci antidepressivi, ansiolitici e ipnotici) facciano effetto e considerati i possibili effetti collaterali di tali terapie, un team di scienziati internazionale ha condotto uno studio dedicato alla possibilità di utilizzare come alternativa le terapie a base di cannabidiolo. A spingere il team scientifico, guidato dal dottor José Alexandre S. Crippa del Dipartimento di Neuroscienze Comportamentali della Ribeirão Preto Medical School dell’Università di San Paolo, in Brasile, a valutare l’utilizzo del CBD sono state soprattutto le proprietà ansiolitiche, antinfiammatorie e antidepressive già riconosciute del cannabidiolo.
“Considerando le potenziali proprietà benefiche del cannabidiolo, abbiamo valutato l'efficacia e la sicurezza della somministrazione quotidiana della terapia con CBD per ridurre i sintomi di esaurimento emotivo e burnout tra gli operatori sanitari in prima linea che trattano pazienti con COVID-19 in un ospedale brasiliano”, spiegano i ricercatori, che hanno posto particolare attenzione non solo ai sintomi di ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico, ma anche all’analisi dei livelli di citochine proinfiammatorie e alle misurazioni generali di laboratorio legate al benessere degli individui.
Il CBD per trattare il burnout ed esaurimento emotivo: lo studio
Per eseguire lo studio sono stati scelti medici, infermieri e fisioterapisti che, nel periodo di ricerca dal 12 giugno al 12 novembre 2020, lavoravano con pazienti affetti da COVID-19 nell’Ospedale Universitario della Ribeirão Preto Medical School.
In totale sono stati scelti 214 operatori: adulti sani, che non stavano seguendo particolari trattamenti, sia di sesso maschile che femminile e di età compresa tra i 24 e i 60 anni. A 120 di loro sono stati somministrati quotidianamente, per 28 giorni, 300 mg di cannabidiolo (150 mg due volte al giorno) insieme ai normali farmaci per il trattamento delle condizioni; ai restanti, invece, sono stati somministrati solo questi ultimi. Titolo ufficiale dello studio pubblicato su JAMA Network Open: “Efficacy and Safety of Cannabidiol Plus Standard Care vs Standard Care Alone for the Treatment of Emotional Exhaustion and Burnout Among Frontline Health Care Workers During the COVID-19 Pandemic”.
I risultati dello studio sugli effetti del CBD
Tra i 120 partecipanti che hanno seguito una cura comprensiva di CBD è stata registrata una riduzione dei sintomi dell’esaurimento a partire dal quattordicesimo giorno di trattamento, prima, cioè, di quanto avvenuto tra chi ha seguito solo una terapia tradizionale. Solo 5 di loro hanno segnalato effetti collaterali più o meno gravi, ma sempre reversibili.
“I risultati dello studio suggeriscono che il CBD può essere un agente efficace per la riduzione dell'esaurimento emotivo e dei sintomi di burnout tra gli operatori sanitari in prima linea. Il cannabidiolo, quindi, potrebbe fungere, in generale, da agente efficace per la riduzione dei sintomi del burnout, soprattutto in una popolazione mondiale con bisogni legati alla salute mentale sempre più importanti”, spiega il team di ricercatori. A differenza del gruppo di controllo, infatti, il gruppo CBD ha portato a riduzioni "significative" o "sostanziali" in tutti i parametri analizzati.
Tuttavia, come conclude il team, è necessario bilanciare il rapporto tra i benefici e i potenziali effetti avversi e indesiderati quando si prendono decisioni riguardanti l'uso di questo composto e saranno quindi necessari nuovi studi clinici, sottolineando però il fatto che ad oggi "nessun trattamento farmacologico è attualmente disponibile per la prevenzione o il trattamento dei sintomi del burnout e dell'esaurimento emotivo tra gli operatori sanitari di prima linea che lavorano con i pazienti con COVID-19" e che: "I trattamenti farmacologici abituali per queste condizioni (farmaci antidepressivi, ansiolitici e ipnotici) producono effetti avversi sostanziali".