Dopo anni di battaglie, la Corte federale ha dato ragione ai cittadini e alle associazioni di malati canadesi: la legge approvata dal governo nel 2014, che imponeva ai malati di distruggere le proprie coltivazioni di cannabis e affidava il diritto alla produzione esclusivamente a un manipolo di aziende private è stata dichiarata incostituzionale. I malati in possesso di ricetta, circa 40mila persone, potranno quindi riprendere ad autoprodursi la propria cura.
LA SENTENZA DELLA CORTE FEDERALE. Il giudice federale Michael Phelan si è pronunciato a favore di quattro cittadini che avevano fatto ricorso contro la legge (a questo link la sentenza) che venne approvata dall’allora governo conservatore guidato dal premier Stephen Harper, ritenendo che essa «privava i cittadini del diritto alla libertà e alla sicurezza della persona». La sentenza permette quindi, nuovamente, ai malati di coltivare la propria cannabis e concede al governo sei mesi di tempo per approvare una nuova legge sulla cannabis terapeutica che tenga conto del diritto all’autoproduzione.
LE PRESSIONI DELLE AZIENDE OLIGOPOLISTICHE. Dal 2014 ad oggi il mercato della cannabis terapeutica canadese era finito tra le mani di 29 produttori autorizzati, i quali muovevano enormi quantità di denaro producendo la cannabis e vendendola a prezzi gonfiati sul mercato. Per queste aziende la sentenza della Corte rappresenta ovviamente un brutto colpo. Tant’è che la Tweed, prima azienda dalla cannabis canadese ad essere quotata in borsa, ha subito un tracolloe le sue azioni hanno perso il 9,1% del proprio valore in un pomeriggio. La speranza dei malati e degli antiproibizionisti canadesi è ora quella che il governo sappia non piegarsi alle prevedibili pressioni lobbistiche delle aziende in questione e non cerchi scappatoie per continuare a garantirne l’oligopolio.
LA POSIZIONE DEL GOVERNO CANADESE. Il governo è l’unico soggetto che potrebbe fare ricorso contro la sentenza chiedendo una nuova pronuncia, ma ciò non dovrebbe accadere. Dal novembre scorso l’esecutivo è guidato dal progressista Justin Trudeau il quale ha promesso agli elettori la legalizzazione della cannabis, per questo secondo i media canadesi è improbabile che decida di impugnare la sentenza, rischiando di perdere consensi tra gli elettori. Staremo a vedere, per ora i malati canadesi possono comunque cantare vittoria: potranno tornare ad autoprodurre le varietà di cannabis più adatte alla loro patologia, senza essere obbligati ad acquistare a peso d’oro la cannabis prodotta dalle aziende.
Fonte: dolcevitaonline.it