La Regione Sicilia continua a rifiutare di approvare una legge che permetta ai malati che si curano legalmente con la cannabis di vedersi rimborsate le spese sostenute per curarsi. La conseguenza è che quei malati che possono permetterselo devono spendere dai 30 ai 50 euro al giorno per acquistare la cannabis in farmacia, mentre agli altri rimangono due scelte: rinunciare a curarsi, oppure farlo illegalmente rivolgendosi agli spacciatori per risparmiare qualche soldo.
Una situazione in verità simile a quella di molte altre regioni italiane che ancora non supportano con il bilancio del Servizio sanitario regionale le cure a base di cannabis. La differenza del caso siciliano è che qui i pazienti si sono organizzati ed ora hanno deciso di dire basta lanciando una campagna di disobbedienza civile.
"Daremo un seme di cannabis a tutti i nostri associati, invitandoli a piantarlo, farlo crescere e portarlo a fioritura: così ciascuno avrà la sua piantina e potrà fabbricarsi la sua cura". Lo afferma Alessandro Raudino, malato di sclerosi multipla che da anni ha fondato l’associazione Cannabis cura Sicilia: 170 soci in tutta la regione, che lanceranno la campagna di disobbedienza.
Lo scopo è sia pratico che politico: i malati potranno coltivarsi in casa la propria cura senza essere costretti ad indebitarsi per acquistare la cannabis in farmacia, mentre le autorità regionali verranno messe di fronte alle necessità dei malati, nella speranza di spingerle a fare una legge per loro.
Sullo sfondo sarà curioso capire quali saranno le reazioni di magistratura e forze dell’ordine, visto che tutto verrà fatto alla luce del sole e stando alle assurde leggi italiani ognuno dei malati-coltivatori sarebbe passibile di arresto e processo per coltivazione nonostante la ricetta medica ne attesti l’uso a fini curativi.
Nel frattempo i malati siciliani rilanciano anche le attività comunicative per testimoniare come la cannabis ne abbia migliorato la condizione: "Assumendo cannabis e cambiando regime alimentare io sono passato da un livello di deficit 2.0 a 0 – afferma Raundino – i medici hanno certificato il mio recupero evidente. Non sono guarito, perché dalla sclerosi non si guarisce, ma la tengo a bada. Spero che tutti scelgano di piantare quel seme e che la nostra battaglia dia dei frutti. Tagliamo le gambe alla mafia e a tutto quello che di sporco c’è in giro".
Fonte: dolcevitaonline.it