La retinite pigmentosa è una malattia oculare genetica che può condurre a grave perdita della vista e cecità. La malattia colpisce 1 persona su 4mila e peggiora quanto delle cellule presenti nella retina, chiamate fotorecettori, muoiono.
La rivista Experimental Eye Researchha pubblicato uno studio sul come i cannabinoidi siano in grado di rallentare il decorso della malattia ed evitare la cecità, realizzato dai ricercatori dell’Università di Alicante in Spagna.
Per farlo hanno utilizzato il THC, principale componente psicoattivo della cannabis, in forma sintetica, riuscendo a prevenire la perdita della vista nei ratti. Il dottor Nicolás Cuenca, principale autore dello studio ha sottolineato che: "Questi dati suggeriscono che i cannabinoidi sono potenzialmente utili per ritardare la degenerazione retinica nei pazienti con retinite pigmentosa". I topi che hanno ricevuto il trattamento, rispetto a quelli non curati, al termine dei novanta giorni di sperimentazione, oltre ad ottenere i risultati migliori nei test, avevano il 40% in più di fotorecettori. Il THC si è rivelato inoltre utile nel proteggere una serie di altre strutture oculari, inclusi i glistrati interni della retina.
I risultati incoraggianti non hanno però sorpreso i ricercatori, visto che i cannabinoidi hanno già evidenziato risultati promettenti nel trattamento di altri disturbi degenerativi come dal Parkinson, all’Alzheimer, al diabete e ictus. Inoltre ci sono risultai scientifici del fatto che la cannabis possa aiutare a trattare altre malattie oculari come il glaucoma.
Come racconta Leafscience.com, gli studi in realtà hanno già dimostrato che esistono diversi utilizzi della cannabis per la cura di malattie oculari. Dagli anni ’70 gli scienziati hanno osservato una serie di effetti interessanti come quando nel 1978 uno studio scientifico ha evidenziato che la marijuana ha causato un ritardo nella regolazione della pupilla, concludendo che «"sembra probabile chela marijuana o un prodotto metabolico di marijuana agisce direttamente sulla retina per produrre il ritardo nel recupero dall’abbagliamento".
Gli autori hanno concluso che devono essere fatte ulteriori ricerche per esaminare i meccanismi alla base dei benefici dei cannabinoidi nella retinite pigmentosa.
Redazione Cannabisterapeutica.info