In esperimenti sulle cellule con cannabinoidi che agiscono sui recettori CB2, sono stati raccolti dati che "sostengono il potenziale di questa classe di composti per terapie utili per prolungare la sopravvivenza del trapianto nei pazienti che lo subiscono".
Questo perché i cannabinoidi, dei quali si conoscono già le proprietà antinfiammatorie, inibiscono le cellule T. Gli studi sono stati effettuati dal Centro per la Ricerca sull’Abuso di Sostanze della Temple University School of Medicine di Philadelphia.
Fonte: International Association for Cannabionoid Medicines (IACM)