Cannabis, Fibromialgia e Bedrocan: la testimonianza di Isabella
"Non solo appena sentono la parola Bedrocan, tra i medici che ho consultato si scatena un fuggi-fuggi generale. Non riesco a trovare nemmeno un medico che mi rinnovi la ricetta bianca per avere la prescrizione delle infiorescenze. Ma io mi chiedo: cosa deve fare una paziente per potersi curare? Rivolgersi al mercato nero e finanziare così la delinquenza e la criminalità organizzata? Io non ci sto perché è contro qualsiasi mio principio, ed ora capisco perché molti malati ed associazioni insistono sulla necessità dell'auto-coltivazione, sono le leggi e le istituzioni a portare al fatto che diventi l'unica soluzione plausibile".
E' questa l'amara conclusione alla quale è giunta Isabella Palazzo (nella foto), giovane mamma e paziente che utilizza la cannabis terapeutica per placare i dolori dovuti alla fibromialgia che la affligge. Ma andiamo con ordine. Isabella per una patologia pregressa si è sottoposta ad una cura di un anno con l'interferone che le ha negativizzato la malattia causandole però molti problemi a livello fisico e psicologico.
"Ho avuto crisi depressive fortissime che mi hanno portato a pensare di potermi suicidare", racconta puntualizzando che "l'interferone mi ha sconvolto la vita. Tra gli altri problemi mi ha causato una paralisi facciale temporanea, indebolimento del fisico in generale e dei denti, perdita di capelli, dimagrimento e progressiva perdita della memoria".
Qui inizia ad informarsi presso un epatologo per chiedere se il Bedrocan potesse darle una mano, ma il medico si rifiutò di prescriverglielo. Intanto Isabella comincia a patire una serie di dolori e reumi che non l'abbandonano e si fanno sempre più insistenti. Una visita da un reumatologo le conferma che è affetta da fibromialgia e il consiglio del dottore è quello di iniziare una cura a base di antidolorifici e psicofarmaci miorilassanti.
"In quel momento ho pensato che anche la fibromialgia fosse una conseguenza della cura con l'interferone e ho deciso che non avrei continuato le terapie tradizionali: lì è cominciata la mia odissea per ottenere il Bedrocan, che mi è stato prescritto per la prima volta a febbraio, dal medico Alessio Mercurio (la ricetta nella foto a sinistra), in una giornata informativa organizzata dall'associazione LapianTiamo. Al trattamento con la cannabis per placare i dolori ho affiancato l'oro colloidale, che è uno stimolante e antidepressivo naturale e la zeolite, che è un minerale naturale con funzioni disintossicanti, come fosse uno spazzino dell'organismo".
Oggi come stai? "Se assumo regolarmente il Bedrocan sto benissimo. Solo che appena nomino il farmaco ad un dottore mi rispondono che non conoscono la terapia e che non vogliono prescrivermelo. Io in generale con il Bedrocan dormo tutta la notte, cosa che non mi capitava da mesi, e non sento più i dolori che mi tormentavano. Bevo una tisana alla mattina preparata con le infiorescenze mentre la sera la fumo, anche se non mi piace molto e quando potrò permettermelo acquisterò un vaporizzatore. In generale ne assumo circa mezzo grammo al giorno a volte anche meno, fermandomi ad uno 0,3 grammi perché se sto già bene e non ho particolari dolori diminuisco. Diciamo che visto anche il fatto che le scorte stanno per finire e non trovo nessuno in zona che mi faccia la ricetta, nemmeno quella bianca, sto facendo "la formichina" tentando di far durare il farmaco più a lungo possibile".
Intanto su change.orgè partita una petizione perché anche l'Italia, così come è già stato fatto dal Parlamento europeo, riconosca la fibromialgia come patologia gravemente invalidante. La petizione è stata lanciata da Morena Pantalone, 53enne che spiega di essere affetta da questa patologia da oltre 7 anni e chiede che che "la comunità medica, i responsabili politici nazionali ed europei contribuiscano ad eliminare lo scetticismo attorno a questa malattia, per garantire a tutti i pazienti un miglioramento della qualità di vita". Riguardo invece a cannabis e fibromialgia avevamo già raccontato una storia simile, quella di Maria Durante, affetta da fibromialgia dalla nascita, che aveva dichiarato di utilizzare la cannabis per placare i dolori e di non riuscire a trovare un medico che gliela prescrivesse.
L'anno scorso, invece, un sondaggio dell'organizzazione no-profit americana National Pain Foundation condotto online su oltre 1300 pazienti, suggeriva che la cannabis potrebbe funzionare meglio dei farmaci approvati attualmente dalla Food and Drug Administration americana nel trattamento della fibromialgia.
"Non penso di chiedere la luna - spiega Isabella che oltre a tutte le difficoltà ha anche un figlio piccolo a cui badare - e posso anche capire i timori dei medici, ma io non mollo e continuo a credere che al primo posto debba esserci il diritto alla salute dei pazienti".