È la conclusione di un nuovo studio scientifico appena pubblicato sul Journal of Safety Research
L'assunzione di cannabis medica da parte dei pazienti, anche sul lungo periodo, non porta a cambiamenti significativi nelle loro prestazioni di guida. Lo spiega un nuovo studio scientifico da poco pubblicato sul Journal of Safety Research, nel quale le prestazioni di guida sono state valutate tramite un simulatore prima e 45 minuti dopo aver vaporizzato la cannabis che era stata loro prescritta.
È l'ennesima conferma scientifica del fatto che chi assume cannabis sotto controllo medico, non dovrebbe vedersi limitato in un diritto come quello di potersi spostare con la propria automobile, che è il tema su cui interviene il nuovo Codice della strada, approvato il 14 dicembre scorso tra le polemiche.
Mentre i pazienti sono ancora in attesa della convocazione del tavolo tecnico annunciato due giorni prima dell'entrata in vigore della legge dal ministero dei Trasporti, la scienza conferma le loro ragioni.
"Dopo aver vaporizzato una dose del fiore di cannabis prescritto, i partecipanti non hanno mostrato cambiamenti significativi nelle prestazioni in nessuno dei compiti basati su video (abilità di percezione del pericolo, accettazione del gap, distanza o velocità di seguito) rispetto all'inizio", hanno riferito gli investigatori.
Gli autori dello studio hanno concluso: "I risultati suggeriscono che una dose di cannabis vaporizzata (consumata in conformità con la prescrizione) potrebbe non influenzare la capacità di percezione del pericolo o il comportamento di assunzione di rischi correlato alla guida tra i pazienti di cannabis medicinale".
Pazienti cannabis e tolleranza al farmaco
I risultati dello studio sono in linea con altri studi precedenti, effettuati in particolare sui pazienti, che spesso mostrano tolleranza agli effetti psicotropi della cannabis. E di tolleranza parlano anche gli autori dello studio scrivendo che "è probabile che i partecipanti allo studio attuale abbiano sviluppato una tolleranza al loro farmaco, soprattutto se seguissero un programma di dosaggio coerente" e che: "Questi risultati supportano quindi il ruolo della tolleranza nel moderare gli effetti della cannabis".
Secondo i risultati di una revisione della letteratura pubblicata sulla rivista della German Medical Association, "I pazienti che assumono cannabinoidi a un dosaggio costante per un lungo periodo di tempo spesso sviluppano tolleranza alla compromissione delle prestazioni psicomotorie, così da poter guidare veicoli in sicurezza".
E anche uno studio di cui abbiamo parlato poco tempo fa, arrivava a conclusioni simili. "Non è stata osservata alcuna prova significativa di alterazione della capacità di guida (ovvero un calo significativo nelle metriche delle prestazioni di guida all'interno dello scenario di guida simulata) per entrambe le modalità di consumo, rispetto al baseline", riportano infatti gli autori facendo riferimento al fatto che alcuni pazienti hanno consumato infiorescenze e altri oli. Per conlcudere che: "Concentrandosi sui pazienti che consumano prodotti contenenti THC prescritti a dosi terapeutiche, questo studio fornisce dati critici sulla sicurezza e clinicamente rilevanti che sono più rappresentativi dell'uso medico reale della cannabis e del suo potenziale impatto sulle prestazioni di guida. Sono necessari studi più ampi e controllati per validare e confermare questi risultati nel stabilire conclusioni più definitive riguardo alla sicurezza stradale".