"Dal 1961, il sistema di controllo delle droghe dell'ONU, preso a modello da tutte le leggi proibizioniste, considera la cannabis come una sostanza con il massimo potenziale di danno e la minima utilità medica, classificata in modo simile all'eroina. Il CBD è stato considerato al di fuori delle liste delle sostanze controllate dell'ONU, ma la situazione potrebbe cambiare. I prossimi 6 mesi offrono un contesto senza precedenti, in cui il CBD potrebbe eventualmente essere normato negli elenchi internazionali dei farmaci psicotropi e narcotici, che si applicano a 187 Paesi. Con il tuo aiuto possiamo garantire che il CBD sia esentato in modo specifico".
Inizia così la campagna online lanciata da Faaat, la Fondazione parigina per gli approcci alternativi alla dipendenza, per cercare di evitare che il CBD venga registrato a livello internazionale come principio farmacologico presente negli elenchi delle sostanze psicotrope e narcotiche. Il riferimento è alla discussione iniziata a Ginevra pochi giorni fa, che deciderà le sorti del CBD e di altre 16 sostanze.
L'associazione è attiva dal 2009 nel tentativo di rafforzare la metodologia scientifica e la completezza dei dati relativi alla cannabis medica e ai suoi derivati presso l'OMS e l'ONU. Secondo il loro punto di vista: "L'inclusione del CBD nelle tabelle bloccherebbe lo sviluppo della ricerca e la disponibilità del cannabinoide per coloro che ne hanno bisogno; inoltre sarebbe un colpo mortale all'utilizzo del CBD in tutte le forme".
"Nei prossimi 6 mesi", concludono, "incrementeremo i nostri sforzi e le nostre azioni", chiedendo un supporto alla loro campagna di raccolta fondi.
Redazione di cannabisterapeutica.info