La buona notizia per i pazienti italiani è che l'ultima gara senza bando (tecnicamente procedura negoziata senza bando) per la fornitura di infiorescenze di cannabis ad uso medico, è stata vinta da LGP (Little Green Pharma Denmark), azienda danese controllata dall'australiana Little Green Pharma, che aveva precedentemente acquisito il sito produttivo di Canopy proprio in Danimarca.
La cattiva notizia è che il quantitativo è limitato a circa 100 chilogrammi (210mila euro in totale), che è più o meno il fabbisogno di un mese dei pazienti italiani, e che la cannabis sarà disponibile tra circa un mese. Il bando è stato fatto solo per una varietà ad alto contenuto di THC, con un titolo del 19%, ed è già presente ad esempio in Germania dove è distribuita dalla Demecan di Berlino, uno dei 3 distributori tedeschi che ha anche vinto uno degli appalti per la coltivazione in Germania.
Per andare più in profondità in queste dinamiche, ne abbiamo parlato con Andrea Ferrari - già amministratore di Aurora Italia - che fa consulenze tecniche farmaceutiche proprio su queste tematiche che hanno requisiti molto stringenti e che per questa procedura hanno collaborato con l'azienda danese.
Little Green Pharma e la nuova fornitura di cannabis medica in Italia
LGP è stata l'unica azienda dopo le selezioni a soddisfare i criteri per questa fornitura, è corretto?
Esattamente, ci sono sempre due fasi all'interno di queste procedure, una tecnico-amministrativa, con la busta "A" e una volta passata questa fase si procede a quella successiva con l'apertura della busta "B" avvenuta questa mattina a Firenze. Era presente la dottoressa Annunziata Lombardi, con la quale collaboro e che si occupa della fase tecnico-regolatoria.
A livello di forniture in Italia sappiamo che 100 chili l'anno scorso duravano per circa un mese a livello nazionale...
Sì, e quest'anno i volumi sono aumentati ulteriormente così come il numero dei pazienti, quindi quasi certamente questo prodotto sarà consumato nel giro di un mese anche perché sarà ordinato dalle farmacie che hanno già un pregresso di ordini inevasi.
Il problema è sempre quello, che inseguiva a carenza: si accumulano gli ordini inevasi, poi arriva una fornitura che basta giusto per tamponare l'emergenza, e si ripresenta subito il problema...
E' vero. Per questa importazione è stata scelta la procedura negoziata senza bando perché è più veloce e può essere gestita autonomamente dallo Stabilimento di Firenze senza ricorrere all'Agenzia Industrie e Difese (AID) a Roma, che fa i bandi europei con procedure che sono più complesse. Però questa procedura impone dei vincoli, come quello sul budget, limitato a 210mila euro. Quindi la scelta era se aspettare ancora due mesi e fare un bando standard, o scegliere questa procedura accelerata e accontentarsi del quantitativo.
Secondo te si andrà avanti con queste procedure o verrà fatto un bando più grosso?
Secondo me verrà fatto un bando vero e proprio per un quantitativo sicuramente maggiore.
E a livello di fabbisogno per l'Italia secondo te su che numeri siamo?
Se ci fosse la materia prima disponibile, e visto che non c'è molti pazienti la abbandonano perché non c'è continuità e i medici la propongono di meno perché sanno che ci saranno problemi, secondo me siamo già ad un mercato di 3mila chili.
Che è quello che l'INCB prevedeva per l'Italia già nel 2021, 3 tonnellate, giusto?
Sì, la dimensione attuale è quella.
Ma in Germania com'è la situazione?
Ci sono 13 licenze assegnate da 200 chili l'una, ma in Germania il mercato della cannabis medica è diventato il più grande d'Europa, si attesta intorno alle 10 tonnellate l'anno ed è in continua crescita: anche lì il legislatore si trova ad inseguire la situazione che si è creata. La vera differenza è che li hanno aperto alle importazioni, perché per importare la cannabis serve una normale licenza Api (Active Pharmaceuticals Ingredient) e non serve una licenza speciale come in Italia (dove invece per le norme gli importatori sono obbligati a rifornirsi dal ministero della Salute olandese delle varietà dell'azienda Bedrocan, ndr). Il collo di bottiglia in Italia sono le infiorescenze, che frenano il mercato. Nel nostro Paese ci sono 3 canali: l'importazione dall'Olanda che però ha un tetto di 900 chilogrammi che difficilmente cambierà, i bandi, con le problematiche connesse, e la produzione a Firenze presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare.
Mario Catania