Le talee innestate a fine marzo sono ormai cresciute e allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze hanno proceduto a tagliarle ed appenderle a testa giù per farle essiccare, prima di raccoglierne le infiorescenze. Il primo raccolto sperimentale è stato di 2 chilogrammi e servirà a testare se nelle infiorescenze i principi attivi siano distribuiti in modo omogeneo, in modo da avere un prodotto standardizzato e se le precauzioni prese abbiano permesso di ridurre al minimo muffe, funghi o qualsiasi agente contaminante. Dopo questo primo passo, in attesa dei controlli dell’Aifa e del definitivo via libera del ministero della Salute per fare in modo che dalla fase sperimentale si passi a quella produttiva, saranno allestite delle nuove serre, più grandi, per arrivare all’obiettivo di produrre, inizialmente, 100 chili l’anno di infiorescenze. Le infiorescenze, sminuzzate, saranno etichettate in barattoli da 5 grammi ciascuno. Il prezzo del farmaco che attualmente importiamo dall’Olanda con un costo finale per i pazienti di circa 30/40 euro al grammo, calerà sicuramente, anche se la formalizzazione sarà fatta dal ministero della Salute e quindi attualmente non ci sono stime precise. Nel frattempo abbiamo chiamato il generale Giocondo Santoni, direttore della Business Unit dello stabilimento, per sapere come sia andata questa prima fase e cosa dobbiamo aspettarci per il futuro.
Avete terminato il raccolto sperimentale, ora come procederete?
A sinistra il generale Giocondo Santoni, direttore dello Stabilimento, e a destra il colonnello Antonio Medica, responsabile della produzione.
Il prossimo passo sarà la convalida, da parte dell’Aifa di questa prima produzione sperimentale. Poi dovrà arrivare l’autorizzazione del ministero della Salute per poter procedere con la commercializzazione vera e propria.
Avete usato genetiche fornite dal Cra-Cin di Rovigo? Che tipo di varietà sono?
Abbiamo utilizzato delle talee fornite dal Cra-Cin di Rovigo. Le qualità che produrremo sono 2 con un quantitativo di cannabinoidi sovrapponibili a 2 varietà che già importiamo dall’Olanda. Una sarà simile al Bediol, con THC e CBD in rapporto di 1:1,5 mentre l’altra sarà simile al Bedrocan con THC intorno al 19/20%. L’abbiamo fatto perché i pazienti possano così continuare con gli standard con i quali sono già abituati.
Confrontandoci con diverse associazioni abbiamo appurato come i 100 chili di produzione finale siano pochi. Se si considera che alcuni pazienti utilizzano mezzo grammo di infiorescenze al giorno, ma altri arrivano ad usarne anche 5 grammi, con una media di 2,5 grammi al giorno si arriva a quasi un chilogrammo l’anno per paziente, e quindi i 100 chili potrebbero bastare per appena 100/200 pazienti a fronte di migliaia di richieste.
Noi ci siamo orientati sui prospetti che ci sono stati forniti dal ministero della Salute e nei quali viene indicato che attualmente importiamo circa 50 chilogrammi di infiorescenze ogni anno dall’Olanda. Quindi noi abbiamo raddoppiato il quantitativo che attualmente viene importato. Se poi la produzione non dovesse rivelarsi sufficiente vaglieremo le possibilità di incrementarla con il ministero e con le varie Regioni.
Quali precauzioni avete preso per fare in modo che la cannabis prodotta non sia contaminata da funghi, muffe o agenti patogeni?
Abbiamo seguito tutte le procedure per la produzione di sostanze farmacologiche. Abbiamo utilizzato una serra artificiale con filtrazione di aria e controllo d’umidità, acqua filtrata e in generale procedure di accesso alla struttura come quelle per la produzione di medicinali. Inoltre la cannabis prodotta sarà sottoposta ad una procedura di irraggiamento con raggi gamma che azzererà gli eventuali contaminati come ulteriore garanzia.
Creerete delle altre serre?
La coltivazione pilota è stata effettuata in una serra di 8 metri quadrati. Ora sono già pronte altre due serre, una di 50 metri quadrati ed una di 150. Gli spazi erano stati pensati a partire dai calcoli di produttività che avevamo fatto inizialmente, ma dalla prima coltivazione abbiamo notato come la produttività delle piante sia maggiore e quindi andremo probabilmente oltre la soglia dei 100 chili inizialmente stimati.
Mario Catania
Pubblicato su Dolce Vita n°59 - luglio/agosto 2015