Un piccolo miracolo cinematografico italiano, realizzato in modo totalmente indipendente in coproduzione con attori, tecnici e operatori che vi hanno lavorato. Parliamo di "Erba Celeste" film tratto dall'omonimo romanzo di Valentina Gebbia girato in poco più di mese praticamente senza budget, che racconta la vita di alcuni anziani artisti nella casa di riposo che li ospita. La protagonista della vicenda è la pianista Celeste, una delle anziane ospitate nella struttura che, dopo aver scoperto di essere affetta dal cancro, decide di lenire il dolore in modo naturale utilizzando la cannabis. La pellicola, che ha vinto il premio del pubblico allo Sciacca film festival, ha coinvolto 35 attori e 100 comparse ed è stata girata a Palermo e in provincia di Trapani. Tra gli attori Daniela Giordano, miss Italia '66 e attrice cinematografica di successo che torna sul set dopo anni di assenza. Noi ci siamo fatti raccontare com'è andata dalla regista ed ideatrice del film Valentina Gebbia.
Da dove è nata l'idea del progetto?
Nel 2004 una persona a me molto cara si è ammalata di cancro ed, oltre alle cure tradizionali e per ovviare agli effetti devastanti della chemioterapia ha iniziato ad usare cannabis. E così ho iniziato a documentarmi e mi si è aperto un orizzonte sconosciuto. A quel punto ho deciso di scriverne un romanzo, visto che sono una scrittrice di gialli, perché penso che con l'espediente della narrazione e con tenerezza e leggerezza si possano far arrivare messaggi importanti e si posano aprire gli occhi alle persone senza disturbare la sensibilità di nessuno. Il libro è stato importante per molte persone e dopo 10 anni ho deciso di farne un film.
Immagino che non sia stato facile realizzarlo...
E' stato difficilissimo. Io provenivo già dall'esperienza di un altro film indipendente ed ho creato una troupe di coproduttori e cioè di persone che hanno lavorato a questo film senza percepire retribuzione dando ciascuno ciò che aveva da dare: chi la professionalità e chi invece ci ha affittato un furgoncino, chi ci ha dato la pizza per i 35 giorni di lavorazione e così via. Un'esperienza stancante ma molto emozionante e ce l'abbiamo fatta girando in 35 giorni, poi è iniziata la lunga fase della post produzione, con pochi mezzi e molto lavoro.
Però, come dicevi, alla fine ce l'avete fatta...
Sì ce l'abbiamo fatta. Il film in fase di pre-montaggio ha partecipato al primo festival ed ha vinto il premio del pubblico, poi l'abbiamo sistemato e siamo stati in concorso al festival "Sguardi altrove" a Milano e poi a Taormina a giugno. Adesso abbiamo iniziato l'avventura della distribuzione indipendente che è un'altra bella sfida, perché è tutto nelle mani del pubblico.
Valentina Gebbia
Come vi può aiutare chi volesse vedere il film nella propria città?
Intanto andando sul sito www.movieday.it è possibile vedere tutte le proiezioni programmate per Erba celeste, attualmente in 8 città. E quindi può aderire direttamente sul sito perché i biglietti si prenotano online. Poi chiunque volendo, può, sempre sul sito, scegliere di organizzare lui stesso una proiezione: si tratta di eventi che vengono confermati solo se vengono venduti abbastanza biglietti ed il numero viene deciso di volta in volta dal singolo cinema. Lo può fare chiunque lo voglia vedere: un gruppo di amici, associazioni e così via.
Ci riassumi brevemente la trama?
E' la storia di Celeste che è una musicista in pensione che vive in una casa di riposo per artisti in una zona molto bella dell'entroterra siciliano, in un baglio che è di proprietà di un architetto giovane e affascinante che ha avuto diverse vicissitudini sentimentali e quindi non crede molto nell'amore e nella condivisione. Celeste rivoluziona un po' la vita all'interno di questo posto e rivoluziona anche l'anima di Amaranto (l'architetto). Avverranno degli eventi piuttosto spiacevoli e l'architetto accuserà Celeste di essere la causa di questi problemi e di "drogare" gli amici e gli altri artisti che vivono lì; invece alla fine si scoprirà che le cose stanno in maniera ben diversa e che le uniche cose che Celeste "spacciava" sono l'amore e la condivisione oltre alla speranza di aiutare gli altri così come stava aiutando se stessa con le medicine naturali.
Il pubblico che reazioni ha avuto?
A Taormina avevamo la proiezione in contemporanea con una partita dell'Italia, e quindi pensavamo che non sarebbe venuto nessuno. Invece non solo il cinema era pieno, ma alcune persone che erano lì, che magari non avevano idea dell'argomento, hanno fatto diverse domande. In sala, insieme a queste persone, c'erano altre persone che si curano con la cannabis e devo dire che è stato toccante sentire dalla viva voce di chi conosce sulla propria pelle questo percorso, sentire come rispondevano loro stessi alle persone che non sapevano di cosa si stesse parlando. C'è una frase del film che dice che ciò che più devastante è l'ignoranza, perché la maggior parte delle persone non sanno nulla della cannabis intesa anche come pianta, che è una risorsa straordinaria sconosciuta ai più, mentre fino a 70 anni fa era una delle più coltivate al mondo.
Qual è il messaggio che volevi lanciare?
Quello che cerco di portare in giro è anche questa possibilità di unione e condivisione che mi piacerebbe comprendesse anche il film. Mi piacerebbe che la gente si innamorasse di questo progetto e siccome non abbiamo budget per pubblicizzarci e non abbiamo la possibilità di fare ospitate in televisione o altro, per noi la gente, il passaparola e le persone sono tutte. Per cui mi piacerebbe che le persone che hanno apprezzato il film ci aiutassero parlandone di persona e sul web, che organizzi proiezioni. Mi piacerebbe che ci si sollevasse e ci si unisse un po' tenendoci per mano, perché è quello che ho cercato di fare dall'inizio: qualcosa di corale.
Mario Catania