Nuovi studi confermano le potenzialità della cannabis in sostituzione dei farmaci contro l’asma. I ricercatori hanno dimostrato su campioni di tessuto polmonare umano come sia possibile bloccare le contrazioni muscolari tramite THC. Agendo sul recettore CB1, il principale cannabinoide impedisce infatti il rilascio dell’acetilcolina, una molecola messaggera che interviene sul tono muscolare dei polmoni ma è anche causa dell’asma. I comuni farmaci per questa patologia sono solitamente antinfiammatori steroidi assunti tramite inalatori o nebulizzatori da tavolo. Queste medicine possono avere seri effetti avversi sul paziente.
L’azione temporanea vasodilatatoria e broncodilatatoria della cannabis, sia in forma ingerita, sia inalata è dimostrata da diversi studi. Per questo motivo l’assunzione di cannabinoidi non causa depressione respiratoria come tabacco e oppiacei. Gli effetti dilatatori sui vasi del sistema respiratorio sono attribuiti a THC e non agli altri cannabinoidi, come ha dimostrato questo studio su cavie di laboratorio. Ne abbiamo parlato in questo articolo. Esiste anche uno studio a lungo termine pubblicato dal Journal of the American Medical Association che ha dimostrato alcuni benefici per la capacità polmonare sui fumatori occasionali o moderati di cannabis.
Il Dr. Donald Tashkin è il ricercatore che per primo ha scoperto l’azione anti asma della cannabis in uno studio del 1973. Tashkin non è coinvolto negli studi recenti ma il ricercatore ne ha confermato i risultati scientifici. Ha poi aggiunto che lo sviluppo dei nuovi vaporizzatori legittima l’inalazione di cannabis nella cura dell’asma eliminando gli effetti dannosi della combustione in pipe e sigarette. Finora la via della cannabis terapeutica contro l’asma era bloccata dalla necessità di fumare il medicinale perché gli altri metodi di assunzione non risultano efficaci. I danni collaterali dell’inalazione di fumi da combustione rendevano la cannabis contro l’asma impossibile da accettare per la comunità medica. Per anni la ricerca si è quindi bloccata.
Molti pazienti affetti da asma hanno però riscontrato benefici nel corso degli anni, sia dall’inalazione, sia dall’ingestione di cannabinoidi sintetici o di estratti naturali di cannabis. Ciononostante il dottor Tashkin non ritiene necessario inserire la vaporizzazione di cannabis fra le terapie approvate dagli organi di controllo, esistendo già altri farmaci efficaci per questa patologia. Lo studioso riconosce invece che i pazienti già assuntori di cannabis per altre condizioni possono trarre ulteriore beneficio dalla sua azione broncodilatatoria e antiinfiammatoria per ridurre gli effetti dell’asma. Da alcuni mesi è disponibile sul mercato PUFFiT, un vaporizzatore con forma simile ai classici inalatori contro l’asma.
Esiste anche un’azione antiallergica indotta dalla soppressione da parte dei cannabinoidi delle citochine e della conseguente risposta infiammatoria, come si legge in questo studio. I pazienti hanno quindi sperimentato la vaporizzazione di cannabis anche per le forme allergiche di asma e alcuni risultati sono discussi in questo articolo di un’associazione di pazienti per le medicine alternative. Al contrario, si riportano rari casi di reazioni allergiche respiratorie alla cannabis e nessun caso di allergie cutanee a seguito di ingestione o inalazione.
Stefano Mariani