Il decreto sul CBD è stato nuovamente sospeso dal Tar

Il decreto sul CBD è stato nuovamente sospeso dal Tar

Il Tar ha sospeso in via cautelare il nuovo decreto che inseriva il CBD tra gli stupefacenti, udienza fissata per il 16 dicembre

Come in un film già visto, il Tar del Lazio ha sospeso (in via cautelare) il decreto del governo che voleva inserire le preparazioni orali di CBD tra i farmaci stupefacenti. 

Decreto CBD: il Tar lo sospende di nuovo

È la terza volta che accade negli ultimi 4 anni, ed è un segnale chiaro sul fatto che il cannabinoide, per la scienza (Oms), per le istituzioni europee (sentenza della Corte di Giustizia Europea) e anche per la giustizia amministrativa italiana, non possa essere considerato come uno stupefacente

Era il 2020 quando l’allora ministro Speranza emanò il primo decreto che inseriva il CBD tra gli stupefacenti, e che venne sospeso prima dell’entrata in vigore a causa delle proteste. 

L’anno scorso il governo Meloni aveva eliminato la sospensione, rendendolo di nuovo attivo, ed era stato nuovamente sospeso (d’urgenza) ad ottobre 2023 in seguito al ricorso dell'ICI (Imprenditori Canapa Italia), con il tribunale regionale che aveva spiegato che: "Non appaiano configurarsi, allo stato di fatto, imminenti rischi per la tutela della salute pubblica".

Il 24 settembre 2024 sarebbe dovuta arrivare la sentenza, ma il governo Meloni, con una mossa a sorpresa, nell’agosto 2024 decide di ritirarlo e di pubblicarne uno nuovo, sostenuto dai pareri dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità.

Ieri, 10 settembre, c’è stata la decisione in Camera di consiglio al Tar, dopo che le associazioni Canapa Sativa Italia e Imprenditori Canapa Italia avevano fatto ricorso: ebbene, è stato sospeso nuovamente, quindi il CBD in vendita liberatorna ad essere completamente legale, affiancando quello in vendita nelle farmacie dietro prescrizione medica. 

“Contando monocratico e collegiale, è la terza volta che il decreto viene sospeso, dimostrando l’infondatezza delle sue basi”, sottolinea Raffaele Desiante di ICI, puntualizzando che: “Continueremo a lavorare per garantire un futuro sicuro e stabile a tutti gli operatori di settore”. 

Nelle motivazioni della sospensione si può leggere che: “Il pregiudizio lamentato da parte ricorrente appare caratterizzato da profili non meramente economici e patrimoniali, afferendo altresì alla riorganizzazione ed al riassetto di un intero settore, onde non incorrere in responsabilità, tra cui in particolare quella penale, degli operatori”.

"Il Giudice amministrativo ha riconosciuto la fondatezza delle nostre argomentazioni, rilevando il grave ed irreparabile danno che l’applicazione del decreto comporta all’intero settore e ha deciso di sospenderne l’efficacia in attesa del giudizio di merito. Questa decisione rappresenta un’importante vittoria per il settore della canapa industriale, che rischiava di subire gravi danni sociali, occupazionali ed economici. I giudici hanno ritenuto che l’applicazione del decreto avrebbe infatti potuto comportare per gli operatori economici significative ed irreparabili conseguenze, anche di natura penale, legate alla possibile contestazione di reati in materia di stupefacenti'', spiegano sempre da ICI.

Il ricorso di ICI si è aggiunto a quello di Canapa Sativa Italia, che ha ottenuto lo stesso risultato. "È importante sottolineare che, parlando di salute pubblica, era difficilissimo ottenere la sospensiva. Se ci fosse stata anche una minima prova di rischio sulla salute, o un minimo dubbio, non sarebbe stato sospeso. Ecco perché pensavamo sarebbe stato difficile. Ora le istituzioni devono riflettere, per capire se non stiano sbagliando approccio”, ha dichiarato Mattina Cusani di CSI a Dolce Vita

Ora quindi torna tutto come prima, in attesa dell’udienza prevista per il 16 dicembre 2024. “Questo decreto è stato sospeso in via cautelare, nell’udienza si discuterà per l’eventuale annullamento, per ora è sospeso e non in vigore”, sottolinea l’avvocato Giacomo Bulleri.  

“Mi auguro che possa essere un segnale che possa incidere anche sull’emendamento: se il CBD estratto dalla pianta è lecito, è chiaro che anche l’emendamento non possa mettere il fiore di canapa tra gli stupefacenti”. 

11 settembre 2024
Altro da leggere
AttenzioneLe informazioni su questo sito sono presentate a solo scopo informativo, non possono costituire in alcun caso la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Pertanto non possono in alcun modo sostituire il rapporto medico-paziente o la visita specialistica. Leggi il Disclaimer