Il punto della situazione sui due provvedimenti che rischiano di bloccare il settore
Sono due i provvedimenti che rischiano di cambiare completamente il volto del settore della cannabis in Italia: il decreto che inserisce le preparazioni orali di CBD tra i farmaci stupefacenti e l'emendamento canapa, inserito nel disegno di legge sulla sicurezza, che, per bloccare la produzione di cannabis light, rischia invece di affossare completamente il settore della canapa industriale.
Il decreto CBD è entrato in vigore il 5 agosto, con le associazioni Canapa Sativa Italia (CSI) e Imprenditori Canapa Italia (ICI) che hanno presentato ricorso al Tar. La situazione attuale prevede che al Tar, che non ha sospeso d'urgenza il decreto come successo precedentemente, si discuterà in camera di consiglio 10 settembre per l'eventuale sospensiva.
Come raccontato da Mattia Cusani di CSI a Dolce Vita, CSI insieme al ricorso ha presentato anche una perizia redatta da Marco Falasca, farmacologo esperto di cannabis che da oltre 20 anni studia i cannabinoidi, che dopo aver analizzato i pareri allegati nel decreto del governo "non ha riscontrato alcuna evidenzia scientifica che dimostri che il CBD sia stupefacente o che porti rischio di abuso".
"Il CBD è sicuro – dichiara ancora Cusani – e solo negli ultimi anni sono almeno una ventina gli studiche ribadiscono che questo cannabinoide non è stupefacente e non ha rischio d’abuso".
Anche Imprenditori Canapa Italia ha presentato ricorso, e si presenterà il 10 in camera di consiglio per la discussione. "Abbiamo commissionato una perizia al professore universitario de La Sapienza Costantino Ciallella che smonta punto per punto i pareri dell'Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità. La cosa positiva di oggi è che nel decreto dove ci accordano la possibilità di partecipare all'udienza, riconoscono il 'pregiudizio gravissimo' contenuto nel decreto ministeriale", racconta Raffaele Desiante.
CBD ad uso cosmetico, la nuova circolare del Ministero della Salute
Il decreto riguarda le produzioni orali di CBD ricavate dalla canapa, lasciando dunque fuori solo il CBD sintetico. Secondo l'interpretazione di diversi esperti, inoltre, anche l'uso cosmetico del CBD, autorizzato dall'Unione europea, dovrebbe essere fuori dal provvedimento. Ma a complicare ulteriormente la situazione è arrivata una circolare del Ministero dell Salute, inviata all'ordine dei medici, a quello dei farmacisti e a quello dei veterinari, in cui viene scritto che per la prescrizione e la dispensazione di CBD bisogna seguire le linee guida dei farmaci stupefacenti, che non è autorizzato l'uso di CBD negli alimenti per umani e nei magimi per animali, e infine, che "il CBD estratto da parti di piante di Cannabis espressamente vietate dalle norme ora richiamate non può essere utilizzato come ingrediente nelle formulazioni cosmetiche", come a far intendere che si possa utilizzare solo quello sintetico, non toccato dal provvedimento.
Al ministero forse sfugge che nel 2021 il CBD naturale è stato inserito nel Cosing, il database europeo per le preparazioni cosmetiche. Su questo punto Cusani specifica, dopo aver sottolineato che una circolare non ha valore di legge, che: "Impugneremo il decreto e citeremo anche la circolare, che riteniamo parte della violazione".
Emendamento canapa
L'emendamento canapa, invece, è un provvedimento che è stato inserito nel ddl Sicurezza, prima accantonato e poi approvato, di notte, in agosto. Nato per azzerare il settore della cannabis light, vorrebbe inserire il fiore della pianta di canapa tra gli stupefacenti, con l'effetto di radere al suolo la fliera della canapa industriale italiana.
CSI si è mossa presentando una denuncia alla Commissione Europea, perché il provvedimento violerebbe le norme comunitarie relative alla circolazione delle merci e alla libera concorrenza. La Commissione ha comunicato che ha preso in carico la richiesta e che sta svolgendo gli accertamenti necessari.
Interrogazione europea
Intanto il M5S ha presentato un’interrogazione a Bruxelles in cui si afferma che le due misure "sollevano problemi con la normativa Ue, nonché con la giurisprudenza (della Corte di Giustizia dell’Ue, ndr) che vieta di impedire la vendita di CBD legale senza evidenze di rischio per la salute pubblica".
Il riferimento è alla famosa sentenza della Corte di Gustizia europea del 2019, che aveva chiarito che il CBD non può essere considerato come uno stupefacente e che il CBD prodotto legalmente in un Paese dell'Unione europea, deve poter circolare anche negli altri che ne fanno parte.
Dall'altro lato entrambe le associazioni continuano le interlocuzioni con tutti i partiti politici disponibili, dopo che tutte le associazioni nazionali agricole come Coldiretti, Confagricoltura e CIA, per la prima volta nella storia, si sono schierate contro il governo e a favore della canapa, schierandosi contro l'emendamento.
Visto che si tratta di un disegno di legge, dovrà essere discusso e approvato alla Camera e al Senato alla ripresa dei lavori parlamentari. La speranza è che le forze politiche abbiamo il coraggio di esporsi, presentando emendamenti e appelli alle istituzioni europei affinché questa legge non veda la luce.