Il Congresso del Costa Ricaapprova la legalizzazionedella cannabis medica. L’annuncio è stato dato lo scorso ottobre dall’agenzia Reuters. Ecco tutti i dettagli.
La cannabis medica legalizzata in Costa Rica
Nonostante l’opposizione dei gruppi conservatori e dello stesso presidente Carlos Alvarado, che non ha ancora ufficialmente confermato la legge, il Congresso del Costa Rica ha approvato la legalizzazione della cannabis terapeutica all’interno dei confini nazionali con 33 voti favorevoli e 13 contrari. Se Alvarado ponesse il veto alla legge, i legislatori dovrebbero tornare al voto e la normativa, a quel punto, dovrebbe essere approvata a maggioranza qualificata.
La legge, nello specifico, consentirebbe la produzione e la lavorazione della cannabis, ma non ne regolerebbe l'uso ricreativo, che rimarrebbe quindi vietato. Il legislatore indipendente Zoila Rosa Volio, agronoma di formazione, che ha sostenuto la legge e ha definito la mossa “una pietra miliare” per la politica del Paese, ha affermato che questa decisione non aprirà le porte all'aumento del consumo di droga in Costa Rica e, al contrario, porterà grandi benefici economici dalla coltivazione e dall’esportazione di piante di canapa e derivati.
Se la legge dovesse ufficialmente entrare in vigore, il Costa Rica seguirebbe le orme di altri Paesi del continente americano: il Messico, attualmente il mercato più grande del Sud America e dove a febbraio sono state pubblicate le regole sulla cannabis medica; l’Uruguay, che dal 2017 è un importante fornitore globale di cannabis terapeutica; l’Argentina, dove la cannabis per scopi medici è autorizzata dal 2017; e la Colombia, dove lo è dal 2015.
L’attuale situazione in Costa Rica
Attualmente, il consumo di cannabis in Costa Rica è illegale, ma non prevede sanzioni penali, cosa che invece avviene in caso di vendita, attualmente possibile solo all’interno del mercato nero. Soprattutto, però, la normativa è lacunosa, perché non fa mai riferimento alla coltivazione per uso personale e non specifica le quantità perseguibili penalmente, facendo riferimento solo a “piccole dosi” in contrasto a “su larga scala”. Inoltre, la Fuerza Pública, ossia le forze dell'ordine locali, non ha un protocollo specifico da seguire, se non la confisca.
L’unica certezza è che la legge è focalizzata sul traffico illegale e che chiunque distribuisca, commerci, trasformi e trasporti cannabis o derivati può essere condannato alla prigione per un periodo che va da un minimo di otto a un massimo di quindici anni.
Anche in vista dell’approvazione della normativa, che affonda le sue radici in alcune proposte avanzate nel 2019, ad agosto 2021 il governo ha autorizzato una società locale, la ROCO Plants SA, a studiare la possibilità di coltivare cannabis all’interno dei confini nazionali. L’azienda, guidata dal ricercatore Daniel O’Bryan, ha coltivato 12 varietà in due diverse località del Paese. I risultati delle ricerche dovrebbero aiutare a pianificare la legalizzazione.
I numeri della cannabis in Costa Rica
Dai dati emersi dalle ricerche di Prohibition Partners, principale società di intelligence di mercato che fornisce servizi di consulenza strategica, il Costa Rica sarebbe il sesto Paese dell’America Latina per consumo di cannabis; l’uso coinvolgerebbe il 3,2% della popolazione.
Nella ricerca, che è stata fatta avendo come base i dati forniti dall’Instituto Costarricense sobre Alcoholismo y Farmacodependencia (IAFA) e ha coinvolto i cittadini dai 15 ai 64 anni e 11 diversi Paesi, il Costa Rica è preceduto, in ordine, da Argentina (21,8%), Paraguay (14,1%), Cile (11,3%), Uruguay (9,3%) e Colombia (3,3%).
Martina Sgorlon