Un paziente che aveva coltivato cannabis per trattare le proprie patologie è stato assolto in Cassazione.
La notizia stata riportata dall'avvocato Lorenzo Simonetti, che insieme a Claudio Miglio porta avanti il lavoro di Tutela Legale Stupefacenti, sottolineando che non si tratta di un loro assistito, "ma è notizia giuridica che rafforza il primo caso importante di cannabis terapeutica inaugurata con la sentenza di Walter De Benedetto". La sentenza è la numero 2388 del 2022.
Il riferimento è alla storia di Walter, assolto perché il fatto non sussiste dopo una grande mobilitazione della società civile.
Paziente coltiva cannabis per le proprie patologie: assolto
Questo nuovo processo vedeva come imputato un paziente - affetto da diverse patologie come uveite cronica, infiammazione alla retina e dolore articolare ad un ginocchio - che stava coltivando sul suo balcone due piante di cannabis con percentuale media di THC del 16%. Il balcone in questione si trova davanti alla stazione dei Carabinieri del paese e le piante erano dunque ben visibili dai militari.
La tesi difensiva
La tesi della difesa portata avanti durante il processo si è basata sul fatto che la cannabis ha effetti positivi tanto neuroprotettivi quanto antinfiammatori sulla retina dell’imputato. Simonetti scrive che: "È stato dimostrato come il frutto della coltivazione sarebbe stato rivolto soltanto all’uso personale (anzi terapeutico) e, peraltro, è stata accolta la tesi della difesa secondo cui la coltivazione risulta del tutto priva del requisito di tipicità della condotta penalmente rilevante".
"Rispetto al caso del nostro Assistito Walter De Benedetto", ha concluso Simonetti, "la quantità di cannabis in coltivazione è certamente inferiore, ma riteniamo che questa sentenza costituisce un altro grande passo in avanti per il riconoscimento della coltivazione per uso terapeutico".
Redazione di Cannabisterapeutica.info