Il cannabidiolo alleato degli sportivi
La sindrome da sovrallenamento è una condizione che può colpire gli atleti e gli individui che praticano attività fisica intensa e prolungata. Questa sindrome, nota anche come overtraining, si manifesta quando il corpo non riesce a recuperare adeguatamente tra un allenamento e l'altro, portando a una serie di sintomi fisici e psicologici.
“Ogni sportivo, prima o poi, nella sua carriera agonistica, avrà sperimentato un periodo nel quale l’impegno che lui profondeva per determinati successi agonistici, non era correlato all’effettivo risultato”, spiega il dottor Andrea Ferrarini, osteopata e fisioterapista di Clinn.
Il rischio è quello di trovarsi in “una situazione che porta il soggetto ad aumentare ancora di più gli esercizi con un ulteriore impoverimento dei risultati agonistici: questo è l’overtraining o sovrallenamento. È quella situazione in cui il soggetto, pur allenandosi di più di quello che dovrebbe, ottiene risultati molto inferiori, a quello che l’allenamento dovrebbe portare”.
Secondo il dottore: “È un sistema di difesa attuato dal nostro organismo riducendone la capacità: è come se avessimo una sorta di limitatore in un motore della macchina”.
“L’overtraining è una situazione alla quale bisogna fare molta attenzione, perché potrebbe portare il soggetto a due aspetti fondamentali: o una sorta di depressione, perché non avendo i risultati che si prefigge, si abbatte, oi rischiando di farsi del male, perché porta il suo copro a lavorare di più di quello che dovrebbe fare, senza riposare correttamente”.
I sintomi dell’overtraining o del sovrallenamento
I sintomi più comuni della sindrome da sovrallenamento includono stanchezza cronica, diminuzione delle prestazioni sportive, insonnia, irritabilità, e variazioni dell'umore. Fisicamente, gli atleti possono sperimentare un aumento della frequenza cardiaca a riposo, dolori muscolari persistenti e un sistema immunitario indebolito.
“I sintomi principali – continua Ferrarini - sono la non correlazione tra impegno profuso e risultato ottenuto, o il sentirsi particolarmente stanchi o affaticati la mattina, o, allo stesso tempo, sentire il proprio cuore che non riesce a raggiungere le stesse frequenze che raggiungeva prima. L’overtraining deriva dal non riposare abbastanza: non è detto che più faccio meglio è, ma meglio faccio, più otterrò”.
L’importanza dell’alimentazione
L'alimentazione gioca un ruolo cruciale nella prevenzione e nel trattamento della sindrome da sovrallenamento. Un adeguato apporto di nutrienti è essenziale per supportare il recupero muscolare, rifornire le scorte di energia e mantenere l'equilibrio ormonale. L'idratazione è altrettanto importante.
“L’alimentazione è fondamentale: noi siamo un tubo con un corpo intorno. Più qualità ha ciò che noi ingurgitiamo, migliori saranno le risposte del nostro organismo. Quindi un’alimentazione che abbia i macronutrienti in maniera corretta, proteine, carboidrati e grassi buoni, che sono fondamentali nell’alimentazione di un atleta, migliori saranno le prestazioni. Non dimentichiamoci che molti degli ormoni che produciamo come sportivi, adrenalina e testosterone, derivano dal cortisolo, e quindi più aumentiamo i grassi buoni, maggiore sarà la capacità di resistere agli infortuni”.
Sindrome da sovrallenamento e CBD
Recentemente, il cannabidiolo (CBD), sia in forma orale che topica, è stato esplorato come parte dell'approccio riabilitativo alla sindrome da sovrallenamento.
“Riducendo lo stato di ansia che proveremmo per non avere abbastanza risultati, e più facile prendere coscienza che dobbiamo rallentare. Il CBD riduce gli stati di ansia e stress e, agendo anche sullo stato di tensione muscolare e sull’infiammazione delle componenti osteoarticolari e tendinee, avremmo anche un risultato di miglioramento di tutta la sintomatologia dolorosa, che ci accompagna negli stati di sovrallenamento”.