I ricercatori della Hadassah Medical Organization a Gerusalemme hanno annunciato l’avvio di test clinici fase 2 per valutare l’impatto del CBD come trattamento unico nei tumori solidi, la maggior parte delle formazioni tumorali umane. A questo studio avranno accesso solo pazienti adulti che hanno terminato altre cure convenzionali. Il programma durerà 6 settimane. I pazienti devono rispondere ad alcuni requisiti standard di progressione della malattia e aspettativa di vita, grado di disagio, autorizzazione ministeriale all’utilizzo terapeutico di cannabis. La precedente terapia deve essere interrotta da almeno tre mesi e nessun’altra terapia con cannabinoidi deve risultare prescritta in precedenza.
Ad oggi, i responsabili della ricerca non hanno ancora cominciato la selezione dei pazienti, ma la scheda di informazione è disponibile in questa pagina del ministero della Salute israeliano. Negli obiettivi dello studio si legge che esistono pochissimi studi scientifici su trattamenti clinici antitumorali effettuati esclusivamente con cannabinoidi, mentre le evidenze aneddotiche positive sono in continuo aumento. Risale al 2006 questo studio con buoni risultati per il THC su nove pazienti affetti da glioblastoma, tumore delle cellule del sistema nervoso, con reazioni scarse o avverse alle terapie convenzionali. Anche in ambito pediatrico esiste una ricerca sul possibile ruolo unico della cannabis nella regressione di tumori a cervello e nervo ottico. Infine, questo studio documenta il caso di una paziente affetta da leucemia in fase terminale regredita con la somministrazione di olio di cannabis dopo il fallimento di chemioterapia e radioterapia. Il concentrato ad alto contenuto di CBD è stato ottenuto grazie all’organizzazione Phoenix Tears di Rick Simpson, di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Se mancano quindi gli studi scientifici, esistono numerosi pazienti che stanno sperimentando l’efficacia dei cannabinoidi come unici farmaci per la regressione di tumori gravi, come abbiamo visto recentemente nel caso della piccola Sophie Ryan. Le proprietà antiproliferative e apoptosiche del cannabidiolo sono quindi al centro di questa nuova ricerca israeliana, dove la non psicoattività degli estratti di puro CBD apre nuove possibilità di somministrazione ai pazienti che richiedono alti dosaggi. All’interno del Hadassah Medical Center si trova l’ufficio di Raphael Mechoulam, padre della ricerca sui cannabinoidi. Questo centro si trova oggi all’avanguardia nello studio clinico sulla cannabis terapeutica, dopo che la ricerca di Mechoulam è stata ignorata o boicottata per decenni dai laboratori americani ed europei.
Stefano Mariani