E' arrivata l'estate, tempo di viaggio, e i pazienti si chiedono che cosa debbano fare per portare con sé la propria medicina a base di cannabis in Italia, se vengono dall'estero, o per portarla oltre i confini italiani.
Viaggio all'interno dei confini italiani
Per un paziente italiano che effettua un viaggio all'interno dei confini nazionali, non ci sono problemi: dovrà semplicemente portare con sé la prescrizione che lo autorizza a possedere la cannabis terapeutica.
Viaggio all'interno dei confini dello spazio Schengen
Per chi viene in Italia, o esce dai confini nazionali andando in un paese in cui la cannabis medica è legale ed è all'interno dello spazio Schengen (che comprende 27 Paesi europei che hanno abolito le frontiere interne), devono portare con sé un modulo, firmato dal medico prescrittore, che li autorizza. Il modulo può essere scaricato QUI.
Viaggio al di fuori dello spazio Schengen
I pazienti che arrivano in Italia da un Paese che non aderisce all'area Schengen, non possono portare con sé il proprio farmaco. La soluzione è quella di appoggiarsi a un medico prescrittore in Italia, trasmettendo quali sono i farmaci a base di cannabis di cui necessita, per avere, una volta arrivati in Italia, la disponibilità di essere sottoposti ad una visita e ottenere la prescrizione. E' un servizio che ad esempio in Italia viene offerto da Clinn.
Per i pazienti italiani che viaggiano all'estero negli stati che non aderiscono allo spazio Schengen, non ci sono al momento soluzioni. "Il nostro consiglio è quello di fare riferimento al consolato italiano nel Paese in cui si intende andare per sapere se è possibile entrare nel Paese con la cannabis medicinale e poi che tipo di documentazione sia richiesta", spiega la dottoressa Chiara Liberati, che è il direttore sanitario di Clinn. "Inoltre c'è la possibilità di allegare una specifica, scritta dal medico in lingua inglese, in cui viene messo nero su bianco che la cannabis viene utilizzata a scopo medicinale".
A livello generale si può anche fare riferimento ad una pagina dedicata del ministero della Salute, che trovate QUI, dove però, parlando di farmaci stupefacenti si fariferimento a oppiacei, bennzodiazepine e barbiturici, ma non alla cannabis.
*Foto di copertina di Marissa Grootes su Unsplash