Con questo primo articolo dedicato all'uso veterinario della cannabis medica, iniziamo la nostra collaborazione con il dottor Matteo Mantovani, project manager presso la Farmacia San Carlo di Ferrara e consulente Teraphi.
L’utilizzo della cannabis terapeutica per il proprio animale oggi è possibile. Ogni mese che passa sempre più veterinari utilizzano per svariate patologie terapie a base di fitocannabinoidi, il più delle volte in associazione ai trattamenti tradizionali o quando questi ultimi non sortiscono efficacia o gli effetti collaterali sono troppo importanti.
Perché i preparati a base di cannabis hanno effetto anche sugli animali?
Così come nell’uomo, anche in alcune specie animali sono presenti recettori per il sistema endocannabinoide, i più conosciuti sono i recettori CB1 e CB2. Questi, legandosi con molecole presenti prevalentemente nella pianta di Cannabis, i fitocannabionidi, generano degli effetti che in ambito medico possono essere utilizzati positivamente per il trattamento di alcune patologie.
La pianta di Cannabis è principalmente ‘’famosa’’ per un principio attivo, il THC; in realtà contiene migliaia di altri principi attivi che in ambito medico sono particolarmente apprezzati. Tra questi vi è un altro cannabinoide, il CBD o cannabidiolo, ma anche altre molecole come i fenoli, le aldeidi, i flavonoidi e i terpeni come Mircene, Linalolo, Pinene e molti altri. Tutti questi principi attivi concorrono al famoso effetto entourage per cui l’effetto complessivo di tutti queste molecole è maggiore rispetto la somma degli effetti delle singole molecole.
C’è ancora tanto da scoprire in merito e ogni mese il mondo scientifico si avvicina sempre più ad una più ampia comprensione di tutti questi meccanismi.
Quali sono le patologie veterinarie maggiormente trattate con i preparati a base di cannabis terapeutica?
La prescrizione della cannabis terapeutica per il proprio animale viene effettuata dal veterinario prevalentemente quanto le terapie tradizionali non hanno un’efficacia terapeutica accettabile o quando gli effetti secondari sono troppo importanti da gestire e da sopportare dall’animale.
Vista la grande ubiquità dei recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabionide sono diverse le patologie trattabili e molto differenti l’una dall’altra; ne riporto alcune di quelle più comunemente trattate con questi preparati:
- Dolore (oncologico, neuropatico, cronico)
- Stimolazione dell’appetito;
- Osteoartrosi;
- Epilessia;
- Sintomatologia correlata al quadro oncologico;
- Disturbi comportamentali (ansia, stress).
Le terapie a base di cannabis terapeutica non sono da considerarsi la panacea di tutti i mali, ed è sempre e solo competenza del veterinario proporre e quindi prescrivere questo tipi di preparati.
Quali sono i preparati a base di cannabis più comunemente prescritti in ambito veterinario?
I preparati a base di Cannabis terapeutica utilizzati in campo veterinario sono oleoliti estratti dalle infiorescenze o capsule ad uso orale.
Il veterinario sceglie l’infiorescenza di cannabis più adatta tra quelle disponibili in commercio come Bedrocan, Bediol, Bedica, Bedrolite, FM2, Aurora alto THC. Ogni estratto oleoso verrà fornito con un contagocce così da somministrare la dosa prescritta in gocce.
Il veterinario tende sempre a iniziare con il minimo quantitativo di gocce per aumentare gradualmente in relazione al peso dell’animale, individuando mediante la clinica o dosaggi di riferimento, la dose con cui l’animale proseguirà la terapia.
La cannabis terapeutica per il proprio animale ad oggi è una realtà, ma sottolineo che sarà sempre il medico, in questo caso il veterinario, a decidere se e quale preparato a base di fitocannabinoidi somministrare al paziente.
Matteo Mantovani - Project manager presso Farmacia San Carlo e consulente Teraphi