I metodi di somministrazione, le varietà e i dosaggi di cannabis terapeutica per l'insonnia
L’insonnia è il disturbo del sonno più diffuso al mondo e circa il 10% della popolazione mondiale soffre di una forma di insonnia tale da dover richiedere un intervento terapeutico.
Quando sottovalutata e non curata, l’insonnia può compromettere le normali attività quotidiane e portare a una serie di conseguenze sulla salute dell’individuo che ne soffre.
Per un soggetto che soffre di insonnia, il primo step per individuare il corretto intervento terapeutico, è identificare la causa che ha dato origine al disturbo (es. ansia, dolore, depressione ecc.), in modo da stabilire la terapia maggiormente adeguata.
In questo contesto, la cannabis medica è oggetto di numerose ricerche scientifiche poiché si sta dimostrando una valida alternativa naturale alle terapie farmacologiche tradizionali (es. benzodiazepine) specialmente quando l’insonnia è correlata a patologie caratterizzate da dolore.
In questo articolo, vediamo quali sono le principali modalità di somministrazione, le varietà più utilizzate e i dosaggi consigliati di Cannabis medica quando prescritta per migliorare la qualità del sonno e/o favorire l’addormentamento.
Modalità di somministrazione della cannabis medica per il trattamento dell'insonnia
La cannabis può essere assunta in diversi modi, orale, inalatorio, oculare, rettale, vaginale ecc.
Per migliorare il sonno e favorire il rilassamento, le vie di somministrazione utilizzate sono quella orale e inalatoria, caratterizzate da diversa biodisponibilità, rapidità ed intensità dell’effetto.
Le principali forme farmaceutiche per via orale sono:
· tisana, da preparare tramite l’utilizzo di cannabis grezza confezionata in cartine per decozione o capsule di cannabis micronizzata;
· capsule orali decarbossilate, preparate dal farmacista e già pronte all’uso, da deglutire con acqua e il cui dosaggio è deciso dal medico;
· olio/tintura/resina, già pronti all’uso, da assumere in gocce direttamente sotto la lingua, diluite in un liquido come il latte oppure ponendole su mollica di pane da masticare.
La somministrazione inalatoria prevede, invece, l’uso del vaporizzatore, uno strumento che consente l’inalazione dei principi attivi senza i prodotti nocivi della combustione che si verificano con il fumo dato che si utilizzano temperature molto inferiori a quelle della combustione (180°-220°C contro i 600-800°C). Con questo metodo, l’erba secca viene scaldata ad una temperatura che permette ai cannabinoidi e ai terpeni di passare alla fase di vapore che può essere inalato direttamente dal paziente.
Il processo di riscaldamento è fattore fondamentale da considerare quando si desidera ottenere un determinato effetto, poiché proprio la temperatura di riscaldamento comporta modifiche nella composizione chimica della cannabis tali da modificarne anche l’effetto terapeutico finale.
Nel caso specifico del sonno, un riscaldamento a basse temperature porterà̀ a numerosi effetti, ma probabilmente non a quello ipnotico-sedativo, mentre un riscaldamento a temperature più elevate(maggiore di 220°C) porterà̀ ad un effetto sedativo e ansiolitico dovuto al CBN (cannabinolo), prodotto di degradazione del THC dal riconosciuto effetto rilassante-sedativo.
L’effetto terapeutico della cannabis, inoltre, è fortemente condizionato anche dall’assorbimento del principio attivo da parte del nostro organismo. Per le forme farmaceutiche orali è necessario tener conto dell’effetto di primo passaggio, ovvero del passaggio del farmaco attraverso stomaco, intestino e fegato a differenza delle formulazioni inalatorie, con le quali i principi attivi raggiungono direttamente nel circolo sanguigno.
Le varietà di cannabis per favorire il sonno
In Italia vi sono diverse varietà di cannabis utilizzabili per l’allestimento di preparati galenici con differenti indicazioni terapeutiche. Per quanto riguarda il sonno risulta difficile definire una varietà migliore in assoluto poiché, quando si parla di cannabis sono da considerare due aspetti fondamentali:
1. che contiene al suo interno oltre 700 composti chimici in diverse concentrazioni (cannabinoidi, terpeni, fitocomplessi ecc.), i quali concorrono tutti all’effetto terapeutico;
2. che ogni persona reagisce alla cannabis in modo diverso.
Tuttavia, tra le varietà maggiormente prescritte nel trattamento dell’insonnia troviamo:
· Bedica, titolata al 14% in THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo o dronabinolo) e < 1% in CBD (cannabidiolo). Tale varietà si è rivelata particolarmente efficace nel trattamento di disturbi del sonno o in quelle condizioni che richiedono un rilassamento profondo grazie all’azione non solo dei cannabinoidi ma anche del profilo terpenico la cui composizione è particolarmente ricca di Mircene, un terpene dall’azione rilassante.
· Bedrolite, titolata a <1% in THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo o dronabinolo) e 9% in CBD (cannabidiolo). Il Bedrolite, è quindi una varietà di Cannabis Medica blandamente psicoattiva poiché a bassissima percentuale di THC e ad alto contenuto di CBD. Tale varietà si è dimostrata efficace nel migliorare la qualità del sonno e ridurre gli stati di ansia. Studi recenti hanno dimostrato la sua efficacia anche quando utilizzata nel trattamento dell’epilessia pediatrica e farmaco-resistente dove il suo utilizzo, non solo ha ridotto la frequenza e la gravità delle crisi, ma ha anche migliorato la qualità del sonno dei pazienti.
Dosaggi di cannabis medica nel trattamento dell'insonnia
I più esperti di Cannabis Medica sicuramente sapranno quanto è difficili stabilire un dosaggio o una posologia “universale”.
Indipendentemente dalla patologia da trattare, la posologia nonché il dosaggio di cannabis contenuto nella forma farmaceutica devono essere stabiliti dal medico in base a numerosi fattori individuali, tra cui:
- sesso del paziente
- età
- peso corporeo
- tipo e gravità dei sintomi
- presenza di patologie concomitanti
- riposta individuale
- altre terapie in atto
- via di somministrazione
In generale, la somministrazione di cannabis medica, dovrebbe iniziare con l’utilizzo di basse dosi (es. 50 mg di infiorescenza per via inalatoria o 2.5 mg di THC per via orale), per poi incrementare lentamente in modo da valutare la risposta individuale evitando così effetti indesiderati. L’obiettivo di un approccio graduale è quello di identificare la minima dose efficace.
In letteratura i dosaggi utilizzati nelle sperimentazioni cliniche variano notevolmente in base alla patologia del sonno presa in esame e in base al tipo di materia prima utilizzata (pianta secca, estratti fluidi, oli, varietà ecc.) pertanto non è possibile stabilire un unico protocollo di impiego. Tuttavia un’informazione importante da conoscere è che i cannabinoidi sono sostanze liposolubili che si accumulano nel tessuto adiposo, dal quale sono rilasciati poco alla volta. Per tale ragione le prime somministrazioni potrebbero sembrare poco efficaci, ma successivamente (solitamente entro 10-14 giorni) il rilascio di principi attivi da parte del tessuto adiposo si innalza aumentando la frazione attiva circolante e di conseguenza anche l’effetto percepito.
Per concludere si ricorda ancora una volta che, per il trattamento dell’insonnia, la varietà di cannabis medica, piuttosto che la via di somministrazione ed il dosaggio devono essere stabiliti dal medico in base alla sua esperienza personale ed in base alle caratteristiche del singolo paziente.
FONTI:
Pane, C., Saccà, F. The use of medical grade cannabis in Italy for drug-resistant epilepsy: a case series. Neurol Sci 41, 695–698 (2020).
Dr. Marco Ternelli - Cannabis flos preparazione galenica farmacia dr. ternelli - protocollo somministrazione: informazioni, indicazioni, conservazione, avvertenze ecc. ed.15/02/2023
Velzeboer R, Malas A, Boerkoel P, Cullen K, Hawkins M, Roesler J, Lai WW. Cannabis dosing and administration for sleep: a systematic review. Sleep. 2022 Nov 9;45(11):zsac218. doi: 10.1093/sleep/zsac218. Erratum in: Sleep. 2023 Mar 9;46(3):zsad008. doi: 10.1093/sleep/zsad008. PMID: 36107800.