I ricercatori del Cra-Cin di Rovigo guidati da Gianpaolo Grassi (nella foto) hanno registrato all’Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali un nuovo ceppo di cannabis completamente privo di cannabinoidi. La nuova varietà si chiama ERMO ed è sviluppata per l’utilizzo come sostanza placebo nei test clinici. La selezione genetica ha mantenuto in ERMO un profilo terpenico analogo a quelli delle varietà medicinali, risultando quindi in aromi e sapori tipici della cannabis di qualità certificata. Ma senza alcun effetto medicinale o psicoattivo derivato dai cannabinoidi.
“Quando si sviluppano nuove varietà si pone sempre il problema della stabilità del ceppo”, premette Gianpaolo Grassi. “Un gruppo di ricercatori ucraini aveva già realizzato una varietà priva di cannabinoidi ma si sono presentati problemi nel mantenimento della distinzione genetica al momento della moltiplicazione delle piante. La nostra innovazione riguarda quindi la riconoscibilità precoce degli individui che hanno perso la caratteristica desiderata dalla nuova varietà”.
In una coltivazione su larga scala, una singola pianta che modifica le proprie caratteristiche genetiche può compromettere le altre piante nello stesso campo o in campi vicini. Con la varietà ERMO, i ricercatori del Cra-Cin hanno introdotto una modifica nella forma della foglia per consentire il riconoscimento rapido dei germogliche hanno perso la caratteristica genetica desiderata.
“Nel nostro ceppo ERMO, l’assenza di cannabinoidi è associata a foglie intere nel primo stadio di sviluppo invece delle classiche tre fogliole partite”, spiega Grassi. “Questo marcatore morfologico fogliare è legato al carattere genetico recessivo che determina l’assenza di cannabinoidi. Di conseguenza, se in una popolazione compaiono individui con foglie normali questi vengono facilmente rimossi per mantenere la purezza varietale evitando il continuo ricorso ad analisi chimiche”.
A seguito della registrazione di ERMO come nuovo ceppo di canapa industriale, il Ministero della Salute interpellato da Grassi sembra favorevole ad escludere questa varietà dalla lista delle sostanze controllate. I semi di ERMO contengono un livello di acidi grassi polinsaturi superiore rispetto alle varietà più diffuse ed è quindi possibile ottenere oli e farine ad alto valore nutrizionale. All’applicazione per la ricerca medica si aggiunge quindi l’utilizzo alimentare.
I Laboratori del Cra-Cin di Rovigo sono pronti a entrare in produzione anche con questa varietà e i ricercatori stanno oggi effettuando incroci intra-varietali da semi selezionati di ERMO per ottenere ceppi stabili con i massimi livelli di acidi grassi essenziali GLA e ALA. Resta una domanda. Vista l’assenza di sostanze psicoattive, ERMO sarà usata solo per scopi scientifici e per l’alimentare di alta qualità o si meriterà anche un posto in giardino come pianta ornamentale?
Stefano Mariani