Il dottor Alfredo Tundo insieme al dottor Arno Hazekamp
Il dottor Alfredo Tundo, con la sua farmacia a Lecce, è diventato negli ultimi tempi uno dei riferimenti per i pazienti della zona che utilizzano la cannabis per trattare le proprie patologie. Non solo, perché il dottor Tundo è molto attento a tutto ciò che sta succedendo intorno alla cannabis medicale, in Italia e nel mondo. Per questo motivo qualche mese fa aveva lanciato una raccolta fondi per la ricerca sulla cannabis, i cui proventi sono stati donati all'Università di Modena, e oggi è pronto a lanciare un brand commerciale per la creazione di prodotti a base di terpeni.
Partiamo dalla raccolta fondi che ha lanciato tempo fa per sostenere la ricerca sulla cannabis…
Sono stati raccolti poco più di 3mila euro che ho donato personalmente all’Università di Modena dove lavora il professor Giuseppe Cannazza, autore di diversi articoli e studi sulla cannabis. Ad esempio uno studio sulla metodica di analisi in HPLC UV che ci permette di poter ovviare al gascromatografo in farmacia, che è una macchina molto costosa. Il decreto della Lorenzin di fine 2015 prevedeva l’obbligo di fare le analisi per le titolazioni: farle con quelle macchine in farmacia è molto complesso perché la farmacia non è un laboratorio in cui ci si possono permettere determinati macchinari.
Nello studio del professor Cannazza la metodica HPLC UV veniva paragonata alle altre. Poi si è occupato di una metodica estrattiva dove le variazioni di alcune temperature e tempi, hanno permesso di avere degli oli di cannabis più attivi e concentrati. Sapendo che si dedica alla cannabis quasi con spirito da volontario, perché gli studi sulla cannabis non li sponsorizza nessuno, ho pensato di aiutarlo con una piccola raccolta fondi, che non va a lui ma all’Università e gli permetterà però di comprare i classici “consumabili” come le provette.
Quindi studia la cannabis a 360 gradi?
Sì, tra poco usciranno due nuovi studi sulla cannabis, ma si occupa anche di canapa industriale perché è mosso dalla passione. Lui si dedica in particolare al profilo metabolomico, che non è solo THC, CBD e terpeni, sono tutti i componenti della cannabis. La metabolomica studia la quantità e la qualità dei principi contenuti. Con questa disciplina trovo tutti i componenti e grazie ad un software è possibile capire se hanno o meno un’attività farmacologica. In totale parliamo di 8mila componenti della cannabis. La cannabis non è una sola molecola, anche se i farmacologi lavorano per molecola e per questo in molti si tirano indietro mentre molti altri lottano per arrivare a capire quel "quid" della cannabis.
Le applicazioni pratiche possono essere molte…
Sì, ti faccio un esempio a proposito dell’olio che si ottiene dalla spremitura dei semi di canapa. In alcuni casi non sai cosa stai acquistando, se è stato mischiato ad altri oli o se ad esempio i semi sono di provenienza estera e nel caso di quale paese. Il professor Cannazza ha trovato una metodica che ti può dire se quell’olio è tutto composto da semi di canapa o meno, una cosa che a livello professionale è davvero importante.
Ha invece un progetto riguardo ai terpeni?
Sì, un progetto commerciale che nasce dal fatto che sono molto attento a ciò che succede intorno alla cannabis in Italia ed all’estero. Quello che io dico da anni è che bisogna puntare sui terpeni. Se ne parla tanto però il fatto che una cannabis, a pari contenuto di THC, abbia un effetto diversissimo è imputabile ai terpeni. Se andiamo a vedere gli studi negli anni ed a cercare di poter avere in Italia dei prodotti, non da usare nei laboratori di farmacia perché con la cannabis non ti permettono di fare nulla, ma per riuscire a fare aromaterapia con i terpeni che sono maggiormente contenuti nelle infiorescenze di cannabis. Ho cercato i terpeni dai produttori che diano un food grade (prodotti con lo stesso tipo di controllo che si applica al cibo, ndr), terzisti che lo imbottiglino in GMP (Good Manufacturing Practices) per poter commercializzare in Italia questi terpeni che, sia soli, sia insieme alla cannabis, hanno dimostrato di avere diversi effetti terapeutici in sinergia con le altre sostanze della pianta, il cosiddetto effetto entourage.
E come si assumeranno?
Sono come oli essenziali e si assumeranno secondo proporzione. Inizieremo con i primi terpeni separati, perché la cannabis ne contiene decine, anche oltre cento in una sola varietà. Inizieremo con quelli che danno il maggior effetto terapeutico, affinando il sapore con il Valencene, ad esempio. Parliamo dei più conosciuti come il limonene, il mircene e l’alfa pinene con aromi citrati e balsamici. Altro progetto saranno quelli di un CBD oil fatto bene e del CBG oil, il cannabigerolo, un cannabinoide di cui sentiremo parlare molto nei prossimi anni.
Mario Catania